(Adnkronos) - Guido Oldani che con il suo 'Il realismo terminale' fu il primo nel 2010 a parlare di pandemie abitative introduce alla 'frattura del terzo millennio': si va verso l’accatastamento di popoli e oggetti nelle metropoli. La natura è stata messa ai margini, inghiottita o addomesticata. È il trionfo della vita artificiale. Gli oggetti ci avvolgono come una camicia di forza perché diventati indispensabili: senza di loro ci sentiremmo persi, tanto da portarci a farne incetta in maniera compulsiva. Da servi che gli oggetti erano, si sono trasformati nei nostri padroni; la loro invasione ha contribuito a generare dei mutamenti antropologici di portata epocale, alterando pesantemente le modalità di percezione del mondo, in quanto ogni nostra esperienza ormai passa attraverso gli oggetti. Sono cambiati i nostri codici di riferimento, i parametri per la conoscenza del reale. In passato la pietra di paragone era, di norma, la natura, ora, invece, i modelli sono gli oggetti. In questo contesto è la natura che si modella sempre di più sui prodotti, ne deriva un nuovo linguaggio che, attraverso la similitudine rovesciata, descrive la natura rispetto all’oggetto termine di paragone.