Palermo, 24 mar. (Adnkronos) - “Consentire a un boss ergastolano che non abbia mai intrapreso la strada della collaborazione con la giustizia di godere di permessi premio sarebbe un clamoroso arretramento nella lotta a Cosa nostra”. Lo dice Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso a Capaci e presidente della Fondazione che del giudice porta il nome, intervenendo sulla questione dell’ergastolo ostativo per i mafiosi sulla quale la Corte Costituzionale si pronuncerà dopo Pasqua.“Nella nostra legislazione ci sono punti fermi come l’ergastolo ostativo e il carcere duro che sono frutto del lavoro e dell’esperienza dei tanti servitori dello Stato che al contrasto ai clan hanno dedicato la vita – spiega – Indebolire una normativa costata sangue e sacrifici e in grado di far mettere a segno allo Stato risultati importanti sarebbe imperdonabile”.“Sono certa che la Corte Costituzionale, con la sensibilità che da sempre contraddistingue il suo operato – prosegue – nel decidere non dimenticherà le peculiarità delle mafie italiane che ai tempi indussero il legislatore ad adottare leggi come quella ora in discussione”.