Palermo, 8 apr. (AdnKronos) - "Ci sono dei giorni che sono più rossi di altri perché hanno un valore simbolico ancora più intenso". Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, non ha dubbi: la lotta contro una "liberalizzazione forsennata" la vede schierata sul fronte del 'no'. No a una "ricerca senza regole" del profitto, no a "una qualità della vita sempre più deteriorata". "Il mercato è cambiato e i consumatori sono abituati a un servizio quasi h24 - dice all'Adnkronos -, così anche i piccoli commercianti con fatturati sempre più erosi dalla crisi si sono dovuti adeguare". Saracinesche aperte la domenica e nei festivi, luci accese e commessi pronti ad accogliere i clienti a passeggio per le vie dello shopping nei giorni tradizionalmente dedicati al riposo.Contro la deregulation delle aperture i sindacati del commercio di Cgil, Cisl e Uil sono scesi in campo con un pacchetto di giornate di sciopero. La mobilitazione per difendere "il rispetto del significato e del valore sociale" delle festività ha visto i lavoratori incrociare le braccia già nel week di Pasqua. Astensione dal lavoro annunciata anche per il prossimo 25 aprile, l'1 maggio e il 2 giugno. Tre super festivi durante i quali i consumatori potrebbero dover dire addio agli acquisti. L'assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano, ha annunciato un emendamento in Finanziaria, in questi giorni all'esame dell'Assemblea regionale siciliana, che prevede l'obbligo di chiusura l'1 gennaio, a Pasqua, il 25 aprile, il primo maggio e il 2 giugno.