Roma, 19 nov. - (Adnkronos) - "Una decina di giorni fa anch'io sono risultata positiva al Covid-19 (sintomi lievi e sto già bene, naturalmente a casa). Non saprò mai con certezza dove sia avvenuto il contagio, ma di una cosa sono sicura: esistono 'zone franche' in cui è impossibile difendersi, zone dove persino il cittadino più scrupoloso è impotente". Così Giulia Bongiorno, avvocato penalista e senatrice della Lega, racconta al sito de 'La Repubblica' la sua esperienza. "Il virus nei tribunali galoppa - afferma Bongiorno - e invece di proteggerci, di metterci in condizione di lavorare in sicurezza Bonafede si occupa dei problemi interni al Movimento 5 Stelle". "Ho fatto tutto quello che era in mio potere per evitare il contagio.- assicura ancora l'esponente della Lega - Ma persino il mio tutto si trasforma in niente se poi ti ritrovi in aule di tribunale senza finestre, pigiata insieme a troppe altre persone, senza il necessario distanziamento. Tutti a respirare nello stesso ambiente angusto, e forse non tutti scrupolosi nel proteggere se stessi e gli altri"."Così, cominci a sentire che il collega è malato, poi scopri che lo è anche il pm - continua Bongiorno - E sempre più hai la sensazione del cerchio che si stringe, inesorabile. Perché capisci che in queste condizioni ammalarsi è quasi inevitabile: in aula il distanziamento non è garantito, l'aerazione è insufficiente e gli strumenti informatici o non ci sono, o non funzionano. Ecco, questi sono i tribunali italiani. Certo, se non vuoi ammalarti puoi sempre smettere di andare in tribunale, ma la giustizia non può fermarsi: sarebbe la negazione dei diritti. Quindi, in tribunale io ho continuato ad andarci, come sempre. A mio rischio e pericolo".