(Adnkronos) - La missione Ariel è stata sviluppata da un consorzio che vede la partecipazione di oltre cinquanta istituti di 17 nazioni europee, nonché un contributo esterno della Nasa, coordinato da Giovanna Tinetti dello University College di Londra. L’Italia, con il sostegno e il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Italiana, è tra i principali contributori ed esprime due Co-Principal Investigators, Giusi Micela dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Palermo e Giuseppe Malaguti dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Bologna, supportati da un team che include numerosi altri scienziati e strutture dell’Inaf. A questa squadra si aggiungono l’Università di Firenze, dove si trova Emanuele Pace, Project Manager nazionale della missione, l’Istituto di Fotonica e Nanotecnologie del Cnr di Padova e l’Università Sapienza di Roma. "L’adozione della missione Ariel da parte di Esa è il risultato del grande lavoro della comunità scientifica internazionale a cui l’Italia ha dato un contributo importante" afferma Malaguti. Micela sottolinea che "in particolare, Ariel sta dando a tanti giovani ricercatori l’opportunità di inserirsi in un progetto internazionale di grande respiro, rimanendo in Italia e crescendo scientificamente". I dati di Ariel, aggiunge ancora Malaguti, "consentiranno per la prima volta alla comunità scientifica mondiale di studiare in profondità la natura fisica di non meno di 1000 esopianeti e la composizione chimica delle loro atmosfere: una rivoluzione per la comprensione dell’Universo in generale e per la formazione ed evoluzione dei sistemi planetari in particolare". "Ariel è la terza missione dell’Esa, dopo Cheops e Plato dedicata allo studio dei pianeti extra-solari e garantirà il consolidamento della leadership europea nell’ambito di questa nuova tematica scientifica" evidenzia Barbara Negri, capo Unità Esplorazione e Osservazione dell'universo di Asi.