La Dia ferma l'ascesa del nuovo boss di Agrigento

cronaca
AdnKronos
Palermo, 4 mar. (AdnKronos) - (di Elvira Terranova) -Per gli inquirenti è un "personaggio molto aggressivo, pronto ad ogni nefandezza". Non si tira mai indietro, neppure se deve uccidere un bambino, come ammette lui stesso, ignaro di essere intercettato. Eccolo, il nuovo boss sanguinario di Cosa nostra dell'agrigentino, Antonio Massimino. E' lui il personaggio indiscusso della banda criminale sgominata dalla Dia di Palermo che all'alba di oggi ha arrestato 32 persone in Sicilia. Altre due persone sono state fermate dai Carabinieri del Comando provinciale di Agrigento. Un boss pronto a tutto, dunque, anche a molestare pesantemente, palpeggiandola, la moglie di un uomo la cui unica colpa era stata quella di acquistare un'auto e pagarla con un assegno a vuoto. Uno smacco da pagare, anche con la vita. O quantomeno, con il sequestro di persona. Un personaggio che, come dice anche il gip, nonostante il carcere, non è riuscito a "recidere il legame forte con Cosa nostra". Massimino, come sottolinea anche il gip nella misura cautelare, si circonda da personaggi pronto a dargli una mano anche nel traffico di droga. Uno su tutti è Andrea Puntorno, capo ultras della Juventus, personaggio già finito agli onori della cronaca durante una puntata di Report. Una figura di primo piano, "in grado di trattare con la 'ndrangheta e di interloquire facilmente e con autorevolezza con lo spietato boss di Agrigento, Antonio Massimino", come lo descrive il gip nell'ordinanza dell'operazione della Dia di Palermo. La sorella di Puntorno è sposata con Salvatore Massimino, fratello del capomafia. "Proprio grazie al contributo di Puntorno - dice il gip - Massimino ha potuto 'mettersi' con 'i calabresi', ossia instaurare con questi ultimi una stabile relazione delittuosa per l'approvvigionamento di sostanze stupefacenti", in particolare con il gruppo capeggiato da Giuseppe Antonio Accorinti, operante prevalentemente nel territorio della provincia di Vibo. "L'agrigentino Puntorno" viene definito "soggetto di grande interesse investigativo in quanto destinatario nel tempo di diverse misure cautelari per traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, anche di livello transnazionale, pregiudicato per reati contro il patrimonio, rissa, lesioni personali, porto abusivo di anni ed altro, e già sorvegliato speciale". Massimino emerge come un personaggio senza scrupoli. E non ha paura neppure di uccidere un bambino. Come conferma lui parlando con Antonino Mangione che gli è debitore di una somma di denaro. "Ninù, ti sei salvato quella sera e non ti salvi più. Portami i soldi. Ti vengono a prendere fino nell'ostia divina e non mi dire più che ci sono i bambini in mezzo perché ammazzo pure, pure la moglie, vedi...", dice Massimino a Mangione. Che ha paura. L'intercettazione choc del boss mafioso Antonio Massimino è agli atti dell'operazione 'Kerkent' di Dia e Carabinieri. "Massimino è aggressivo. La sua bassezza umana e il suo cinismo arriva pure a coinvolgere bambini, pur di conseguire i suoi propositi", dice il colonnello Antonio Amoroso, capo della Dia di Palermo.

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