Smog: studio, 95% popolazione globale respira aria inquinata

Le conclusioni di una ricerca Health Effects Institute

salute
AdnKronos
Roma, 20 apr. (AdnKronos Salute/Xinhua) - Circa il 95% della popolazione globale vive in aree che superano le linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità per l'aria salubre. Lo rileva lo studio annuale 'State of Global Air Report 2018' dell'Health Effects Institute (Hei), pubblicato questa settimena. L'analisi dimostra che l'inquinamento dell'aria ha contribuito a 6,1 milioni di morti, circa l'11% del totale dei decessi a livello mondiale nel 2016. La ricerca ha dimostrato in particolare che il particolato Pm2,5 è il sesto fattore di rischio più elevato per la morte precoce. L'Oms fissa le linee guida sulla qualità dell'aria per la concentrazione media annuale di Pm2,5 a 10 microgrammi per metro cubo di aria e suggerisce tre obiettivi intermedi con concentrazioni progressivamente più basse per le regioni del mondo in cui l'inquinamento atmosferico è più elevato. Il rapporto mostra che circa il 60% delle persone vive in aree che non soddisfano nemmeno l'obiettivo di qualità dell'aria meno stringente stabilito dall'Oms. E' stato inoltre riscontrato che le più alte concentrazioni di Pm2,5 medie annuali ponderate per la popolazione nel 2016 sono state registrate nell'Africa settentrionale e occidentale e nel Medio Oriente. I Paesi con una media annua di meno di 8 microgrammi per metro cubo risultano Australia, Brunei, Canada, Estonia, Finlandia, Groenlandia, Islanda, Nuova Zelanda, Svezia e diverse nazioni delle isole del Pacifico. Mentre le esposizioni cinesi all'inquinamento atmosferico si sono stabilizzate e hanno persino iniziato a diminuire leggermente, Pakistan, Bangladesh e India hanno registrato gli aumenti più rapidi dei livelli di inquinamento atmosferico dal 2010. Lo studio ha anche riferito che se non verranno intraprese ulteriori azioni, le esposizioni demografiche al PM2,5 aumenteranno probabilmente di oltre il 40% entro il 2050.

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