Sanità: Nursing Up, basta confusioni, infermieri non coinvolti in violenze Arezzo

Si continua a vessare una categoria già mortificata

salute
AdnKronos
Roma, 19 apr.(AdnKronos Salute) - "Nessun infermiere è stato coinvolto nel caso dei maltrattamenti agli anziani nella casa di cura di Castel San Niccolò, in provincia di Arezzo". Il sindacato di categoria Nursing Up stigmatizza "la confusione che i media continuano a fare rispetto alle figure impegnate nell'assistenza", si legge in una nota. "Ancora una volta - dice il sindacato - si continua ad accusare ingiustamente la categoria: chiediamo maggiore rispetto e più attenzione da parte degli organi di stampa in un momento particolarmente critico per professionisti sempre in prima linea, spesso aggrediti in corsia durante lo svolgimento del loro gravoso e delicato lavoro, architrave essenziale e non sufficientemente riconosciuto del Servizio sanitario nazionale"."Gli infermieri - spiega Antonio De Palma, presidente di Nursing Up, che commenta anche il Rapporto 2017 Osservasalute - operano in continuo stato di emergenza e lo confermano ancora una volta i dati presentati oggi da Walter Ricciardi nell'Osservasalute. La situazione va precipitando, visto che gli operatori sanitari: sorreggono il peso della sanità pubblica, ma sono insufficienti e hanno ormai un'età media di 50 anni per via del blocco decennale delle assunzioni; sono sottoposti a turni di lavoro massacranti e vengono anche sottopagati. Il nuovo Ccnl, che noi contestiamo e su cui chiediamo di riaprire le trattative - ribadisce - non migliora la situazione perché svilisce anziché valorizzare il ruolo degli infermieri italiani, con il grave effetto di allontanare i giovani dalla professione e confondere le figure coinvolte nell'assistenza sanitaria". "Per questo - continua - il rischio è che un generico caregiver (badante, colf o Oss-operatore socio sanitario) sia assimilato alla figura infermieristica che invece ha compiuto percorsi formativi universitari altamente qualificanti che l'Europa ci riconosce e ci invidia. Alcune aziende sanitarie si illudono di poter integrare il personale con figure che nulla hanno a che fare con la professione infermieristica. Risultato di una politica miope e di disattenzione assoluta verso la nostra categoria e di conseguenza verso le istanze dei cittadini, che invecchiano sempre di più e che hanno diritto a un'assistenza qualificata e uniforme in tutte le regioni italiane. Non basta che il ministero e la politica continuino a sottolineare che la cronicità rappresenti l'emergenza del futuro, se poi si insiste a mortificare gli infermieri. Il cambiamento non è più rinviabile".

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