(AdnKronos) - Secondo Furlan, anche la maternità viene vista ancora come un ostacolo all’ingresso ed alla progressione di carriera. "Non è un caso se in fatto di natalità il nostro paese è tra gli ultimi posti in Europa come hanno confermato i nuovi dati dell'Istat. Una donna su 3 lascia il lavoro dopo la nascita del primo figlio. Rispetto al resto dell' Europa in Italia sono ancora poche le madri con un bambino che lavorano (57,8 % contro 63,4 %) e, soprattutto, se paragonate agli uomini (86%). Quando poi i bambini crescono i numeri crollano al 35,5 % (la media Ue è del 45,6 % )". "In molti casi - sottolinea ancora Furlan - la rinuncia alla maternità va collegata direttamente anche all'inadeguatezza di servizi a sostegno della genitorialità. In Italia solo il 18% dei bambini trova posto negli asili nido pubblici, mancano politiche finalizzate alla conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, allo smart working, alla flessibilità negli orari. Non è solo un problema di leggi da far rispettare. Dobbiamo fare di più con la contrattazione nazionale, aziendale e nei territori, ponendo le condizioni per una valorizzazione ed una specificità del lavoro femminile".