Giustizia: politici e sociologi, traffico influenze reato troppo fumoso /Adnkronos (3)

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AdnKronos
(AdnKronos) - Prende posizione anche Clemente Mastella, fondatore dell'Udeur, più volte ministro e ora sindaco nella sua Benevento. "Senza una identità precisa, si apre solo la possibilità che un reato sia interpretato in modo o nel suo opposto da parte di un giudice e utilizzato in un modo o nell'altro dai politici, a seconda se sono tra gli accusati o tra gli accusatori. dicendo questo, non si vuole certo difendere i corrotti, ma distinguere una segnalazione da un illecito penale. Il legislatore non può lasciare troppa discrezionalità di scelta al magistrato: questo è un errore politico".Il decano dei sociologi italiani Franco Ferrarotti ricorda che "il termine 'influenza' è sinonimo di prestigio ed entrambi richiamano il 'carisma' che ha addirittura un'origine teologica che si rifà alla grazia ricevuta dall'Alto. Quella dell'influenza è una categoria legata alla persona e non quantificabile né identificabile come reato: mi pare davvero molto difficile pretenderlo. Per non parlare del rischio di sfiorare o cadere nel millantato credito. Data la sua indefinibilità, l'influenza non ha la corposità tale da configurarla come materia giuridica e farla addirittura rientrare nel Codice penale".

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