Spiagge olbiesi inaccessibili ai disabili, la denuncia del Psd'Az olbiese

OLBIA. Spiagge, servizi, bar e ristoranti inaccessibili a Olbia per i disabili. E' un problema annoso in città e nel territorio che non ha ancora attuato una svolta decisa su un turismo che invece ben hanno interpretato in altri posti, come Rimini o Riccione. Silvia Lidia fancello, segretaria di sezione del Partito Sardo D'Azione, ha inviato una nota stampa che volentieri pubblichiamo ponendo l'accento sul problema dell'inaccessibilità sulle spiagge olbiesi. Ecco il comunicato:

"È bella Olbia, solare allegra, col Water Front che è un vero salotto e il centro storico quasi un "presepe", ma la città non può essere solo vetrina per i turisti. È la vivibilità per i suoi abitanti il vero parametro di civiltà.
Il tempo di vacanze, di mare e di spensieratezza qua è solo per chi è sano. Il refrigerio e i benefici del mare sono invece negati a chi è impossibilitato a muoversi o deve comunque essere accompagnato.
Fatta salva "Villa Chiara" che è comunque un Istituto, le associazioni che si occupano di disabilità in città operano in solitudine e quando riescono a organizzare una giornata in spiaggia dedicata ai disabili, diventa quasi un evento.
L'ambizioso sogno delle associazioni di volontariato e delle singole famiglie è di arrivare ad una piena fruizione del sistema balneare, dal momento in cui il disabile esce da casa al momento in cui arriva i spiaggia, tutto in autonomia. Dunque con fermate atte alla sosta di carrozzine, autobus dotati di passerelle e operatori a bordo, percorsi protetti fino alla spiaggia e infine il grande sogno: un arenile veramente attrezzato per accogliere i portatori di disabilità in tutto comfort e non solo coloro in carrozzina, perché le disabilità hanno molte forme. Gazebo, personale addestrato, attrezzature per la deambulazione su sabbia e natanti adatti per un confortevole bagno in tutta sicurezza. Tutto questo è già realtà, per esempio nella riviera romagnola, qui invece pare lettera morta.
È possibile che il problema non venga affrontato da amministratori e operatori turistici perché considerato solo una spesa e non un investimento, ma le cifre stimate nell'ultimo Forum sui servizi turistici ai disabili promosso dall'associazione "Sensibilmente", forniteci dalla presidente Veronica Asara, ci dicono cose diverse: un mercato da 780 miliardi di euro in tutto il mondo che potrebbe valerne 28 solo in Italia. Quale occasione migliore per la Sardegna e per Olbia cimentarsi in questa nuova impresa?
Dunque la ricettività turistica dedicata ai disabili, non solo non sarebbe un'inutile spesa, ma si potrebbe tradurre in veri introiti e regalerebbe anche ai residenti una città a misura di bambini, anziani e portatori di handicap. Sicuramente una città dal volto più umano.
L'assenza gravissima della Commissione alle Pari Opportunità infine, come già segnalato, non aiuta certo a sensibilizzare gli amministratori su questo tema. Rammentiamo che tale organismo oltre ad occuparsi di promuovere la parità di genere, dovrebbe avere al suo interno rappresentanti del volontariato, del mondo sportivo e delle comunità straniere. Anche questo è emblema di una mancanza di attenzione verso le fasce deboli della popolazione, che non hanno voce e che sono oramai abituati a far da se'.
È l'amministrazione comunale il soggetto individuato e chiamato a promuovere progetti in tal senso incoraggiando per esempio con bandi di concorso, le associazioni e le cooperative con personale addestrato, ad occupare porzioni di arenile. Non solo, ma essa deve trovare motivi e incentivi affinché alberghi e strutture ricettive siano stimolate ad occuparsi di un segmento di mercato ancora inesplorato e redditizio.
Sarebbe una maniera per regalare alla comunità un bel primato di civiltà e umanità.
Auspichiamo dunque che il nuovo PUL comunale in via di perfezionamento, non si limiti a prevedere solo passerelle e orribili cessi chimici, ma che si sostanzi di una filosofia nuova che vada all'insegna di una totale accoglienza e benessere dei nostri concittadini più deboli"

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