Crisi lavoro senza precedenti a Olbia
Cgil: "Serve un'azione unitaria"

OLBIA. La morsa della crisi in Gallura non sembra mollare la presa. La Clea che ha avviato la procedura di licenziamento di 139 lavoratori, altri 35 della Cooperativa la Fenice sono nella stessa situazione e la chiusura della Rsa Sole di Gallura. Per non parlare delle decine di imprese individuali che chiudono per una pressione fiscale insostenibile e una mancata ripresa dei consumi. La Cgil sempre al fianco dei lavoratori registra la situazione e attraverso un comunicato, firmato dal segretario provinciale della Cgil Luisa Di Lorenzo e del segretario generale della funziona pubblica Cgil Luisella Maccioni, lancia l'allarme e chiede un'azione di responsabilità forte della politica locale e regionale. Di seguito pubblichiamo il comunicato nella sua forma integrale.

"La crisi occupazionale Gallurese non risparmia più nessun posto di lavoro, dal sistema industriale a quello cooperativistico, dal terziario alla pubblica amministrazione, dai servizi all'edilizia. Una crisi che sembra non aver mai fine e che ha avuto in questo inizio d'anno la sua virulenza con l'apertura della procedura di licenziamento collettivo di 139 lavoratori della Clea e che continua con quella di 35 lavoratori della Cooperativa Sociale La Fenice, gestore fino ad oggi di un servizio socio-sanitario importante quale quello della Rsa Sole di Gallura.
In questa crisi, la città Olbia paga, nello spazio di un mattino, con un crollo di 174 posti di lavoro che non solo inciderà, come è ovvio, sui redditi e sulla qualità della vita dei lavoratori interessati, ma che colpirà il sistema socio assistenziale della città e di tutta la Gallura.
Non eravamo stati cattivi profeti quando con forza sostenevamo che molte nubi si  stavano addensavano sulla situazione politico sindacale nel nostro territorio, e non solo nubi riguardanti il mantenimento o il potenziamento dei livelli occupazionali, ma nubi che avrebbero messo in crisi il precario sistema economico gallurese e il suo, già, depotenziato stato sociale, generando qual malessere sociale che comincia a manifestarsi innanzitutto nella precarietà del lavoro e dalla mancanza di ammortizzatori sociali.
E questo già comincia a manifestarsi sul procedimento di licenziamento collettivo per i dipendenti della Fenice, ai quali purtroppo non si possono applicare gli strumenti di tutela e salvaguardia sociale quali Cassa Integrazione.
Perciò una situazione terribile che si lega indissolubilmente alle difficoltà economiche, già evidenziate con numerose lotte dei lavoratori, per il pagamento degli stupendi non corrisposti.
Un contesto che ricorda tempi passati, che avevamo pensato essere lontani nel tempo ma che ritornano alla ribalta con forza, come ritornano alla memoria i versi della canzone " cara moglie"  di Ivan della Mea sula drammaticità dei licenziamenti
E allora che fare, come rompere questa spirale, quali strumenti utilizzare?
Noi pensiamo che bisogna ragionare attorno al problema occupazionale, renderlo centrale nelle iniziative politiche; iniziando a esigere per la Fenice, una linearità nelle proposte e un cristallino confronto perché, non si sta più ragionando su chi ha o non ha la responsabilità del fallimento, ma di come salvaguardare l'occupazione  garantendo la clausola sociale nel momento in cui si trovano altre società o cooperative disponibili ad acquisire il servizio,  un servizio che finora ha coperto l'intera Gallura e, non ultimo, tutelare i pazienti.

Insomma una sinergia di idee che individui, innanzitutto nella Regione Sardegna e nell'Assessorato alla Sanità un interlocutore primario nella riproposizione dei livelli minimi assistenziali in questo territorio, nei Comuni della Gallura ed in particolare nel Comune di Olbia una attenzione propositiva ad una problematica che investe la loro  cittadinanza, nella garanzia di una tutela per le fasce meno tutelate e protette quali gli anziani, nel mondo della Cooperazione una volontà di intervento capace e soprattutto solido, ma anche alla "nuova" Provincia di Sassari una attenzione maggiore e una presenza più solida sui problemi della "sua periferia", il tutto attraverso l'apertura di un tavolo che metta insieme tutti gli attori coinvolti.
Perciò chiediamo una assunzione di responsabilità a tutti gli attori politico-sociali del territorio per l'avvio di una iniziativa unitaria a difesa del lavoro e della qualità della vita in Gallura".

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