OLBIA. Rifinitura ad altaintensità e sotto un sole caldo che ha spazzato il freddo e gli acquazzoni dellasettimana. L'Olbia siavvicina al primo impegno del girone di ritorno di ottimo umore e con laconcentrazione altissima. Per battere il Renate,quinta forza del torneo e reduce da ben 8 risultati utili consecutivi, sarànecessario approcciare al meglio la sfida e sentire fame di punti. Tanta fame.
Questo il concetto espressoda mister Mignani nellaconsueta conferenza stampa pregara. I suoi ragazzi stanno bene, si sonoallenati al gran completo con capitan Cossu presente ("Sta meglio, conto su di lui per domani e valutiamo seschierarlo dall'inizio") e non vogliono interrompere ildiscorso iniziato a Siena e proseguito contro l'Arezzo. Il tecnico, però, nonvuole sentire parlare di banco di prova: "I banchi di prova ci sono tutte le settimane. Dai miei pretendo vogliadi fare risultato, fame e continuità. Mi aspetto una gara difficile come sulla carta potevano essere quelladi domenica scorsa o quella contro la Pistoiese. Il Renate - riferisce Mignani - è una squadra che mi piace, cresciuta notevolmente lungoil girone d'andata. Sa proporre diverse soluzioni di gioco con palla a terra epalla alta e soprattuto è molto aggressiva. Come si fa risultato? Interpretandola partita con la convizione e il giusto timore che si riservano alle grandisquadre. E siamo pronti perquesto".
Quattro mesi di campionato,19 incontri disputati, 27 punti raccolti. "Non guardo ancora la classifica" confida Mignani, maquali sono gli insegnamenti da trarre, dopo un girone d'andata giocato ad altaintensità, lo dice chiaramente: "Sicuramenteabbiamo appurato che il livello del campionato è buono. Ogni squadra mette incampo valori importanti, chi più tecnici, chi più fisici, chi più agonistici.La lezione che abbiamo imparato è che per fare risultato non ci si possonopermettere cali di tensione o deconcentrazione".
Ai nastri di partenza comeuna delle squadre più giovani dell'intera Lega Pro, l'Olbia ha palesato unacrescita costante dei suoi giovani talenti: "Sono un allenatore fortunato - ammette Mignani - perché lavoro in un ambiente sereno e con un gruppodi ragazzi che con serietà si è messo a disposizione dello staff. Il compitodell'allenatore deve essere quello di far giocar bene la squadra e di farmigliorare i propri ragazzi a livello individuale. Devo dire che stiamoriuscendo nelle intenzioni e mi conforta sapere che i margini di miglioramentosono ancora ampi".