Sequestrati migliaia di prodotti pericolosi a Olbia

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OLBIA. Un'articolata attività di polizia tributaria è stata posta in essere dai finanzieri del Gruppo di Olbia e dei Reparti dipendenti, diretti dal comandante Marco Salvagno, che nei giorni scorsi hanno avviato un'importante attività di contrasto delle frodi commerciali e della commercializzazione di prodotti illegali, potenzialmente pericolosi soprattutto per la salute e l'incolumità dei consumatori finali.
La mirata azione investigativa, svolta dai "baschi verdi" di Olbia, ha permesso di individuare e, quindi, sottoporre a controllo tre attività ubicate nel centro storico della città, gestite da imprenditori di nazionalità bengalese, esercenti il commercio di articoli di vario genere, provenienti, nella massima parte, dalla Repubblica Popolare Cinese.

I "baschi verdi", durante le varie ispezioni degli esercizi commerciali, hanno individuato moltissimi prodotti che non rispettavano le prescrizioni previste dalle leggi italiane e dell'Unione Europea. L'attività ispettiva è stata dunque estesa in tutti i locali e su ogni prodotto presente all'interno delle varie ditte, permettendo il rinvenimento e l'immediato sequestro amministrativo di un totale di 512.755 articoli, per varie violazioni concernenti la mancanza di istruzioni in lingua italiana, delle indicazioni di provenienza e dei dati del soggetto importatore, di fondamentale importanza ai fini della effettiva tutela degli acquirenti.
Tutti gli oggetti, prevalentemente articoli di bigiotteria, erano già posti in vendita ovvero pronti ad essere immessi in commercio e non rispettavano la normativa vigente in materia di sicurezza prodotti. Le attività sono stati inoltre sequestrati penalmente, presso due degli esercizi commerciali controllati, 511 sciarpe recanti indicazioni merceologiche false in quanto, a fronte di un modesto prezzo di vendita, riportavano un'etichetta di composizione "100% Cashmere".
Nei confronti delle attività commerciali interessata dall'operazione delle fiamme gialle sono state elevate sanzioni per circa 75.000 euro e i titolari sono stati segnalati amministrativamente alla Camera di Commercio.
Due invece i soggetti deferiti all'Autorità Giudiziaria per frode in commercio.

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