OLBIA. "La carne italiana è buona e fa bene". Nei giorni scorsi la Coldiretti è scesa in campo con questo slogan per difendere uno dei prodotti più amati dai consumatori italiani e per tutelare gli allevatori dalle demonizzazioni di questi ultimi anni. Una sfida, quella contro gli allarmismi infondati, che riguarda da vicino anche la realtà produttiva del nord Sardegna e in particolare quella della Gallura che, grazie ai suoi 150 allevamenti e alla qualità della sua carne, occupa una posizione d'eccellenza su tutto il territorio nazionale.
La presa di posizione della Coldiretti, sia a livello locale sia a livello nazionale, ha lo scopo di denunciare il fenomeno delle importazioni dall'estero che attualmente rappresenta quasi 1/3 dei consumi e che negli ultimi dieci anni ha portato alla chiusura di mille stalle con gravissimi effetti sull'economia, sull'occupazione e sulla sicurezza alimentare.
«Ogni settimana assistiamo alla chiusura di una nuova stalla – spiega il direttore della Coldiretti Sassari e Gallura, Ermanno Mazzetti. Questa piaga riguarda anche il Nord Sardegna con il relativo impoverimento del tessuto economico e occupazionale di un territorio già martoriato dalla crisi. La perdita di una stalla equivale alla perdita di un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di prodotti tipici e soprattutto di posti di lavoro. Il problema principale è che il 40% della carne bovina consumata in Italia proviene dall'estero. Per arginare questo fenomeno la Coldiretti Sassari e Gallura rivendica l'importanza delle etichette e la tracciabilità del prodotto. Solo in questo modo – conclude Ermanno Mazzetti – il consumatore finale potrà aiutare gli allevatori locali attraverso una scelta consapevole».
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