OLBIA. Con una solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da S. E. Mons. Sebastiano Sanguinetti, vescovo della Diocesi di Tempio Ampurias, affiancato dal parrocco don Theron Oscar Casula e da numerosi sacerdoti, è stato inaugurato questa mattina a Olbia il complesso parrocchiale di San Michele Arcangelo. Presenti all'evento le massime autorità civili e militari del territorio e una grande folla di fedeli che la chiesa non è riuscita a contenere.
Una giornata di festa quella odierna per la Diocesi e per la città di Olbia, come ha sottolineato Mons. Sebastiano Sanguinetti durante la sua omelia:
"Questa prima domenica di Quaresima sarà scritta a caratteri cubitali nella storia di questa giovane comunità parrocchiale di S. Michele Arcangelo con il suo parroco don Theron Casula, ma anche di tutta la Città di Olbia e della Diocesi. La comunità ha finalmente la sua casa. O meglio in questa casa del Signore e nei locali pastorali annessi la comunità avrà un luogo stabile, accogliente e bello dove incontrare il Signore, sperimentare la sua misericordia e il suo perdono, dove condividere con i fratelli e sorelle di fede la gioia dell'incontro e della crescita nella fede e nell'amore fraterno, ma dove coltivare anche la passione dell'andare, dell'uscire per le strade dei rioni e della città per portarvi la luce del Vangelo e della prossimità di Dio ad ogni condizione umana. Giorno tanto atteso, però non come punto di arrivo, bensì come punto di partenza di una comunità che da cinque anni è venuta formandosi e che ancor più troverà in questo luogo motivi più forti per rinsaldare legami, comune impegno e responsabilità ecclesiale".
Il vescovo ha quindi ripercorso le tutte le tappe che hanno portato alla realizzazione della chiesa e dell'intero complesso, un desiderio mosso da un'esigenza pastorale di amore verso la città:
"Il complesso parrocchiale di San Michele si colloca dentro un progetto più gobale e articolato che parte da lontano, da quando sono arrivato alla guida di questa Diocesi, ormai dieci anni fa. Un progetto che ho intitolato: "progetto pastorale per la città di Olbia". Progetto che ha avuto 3 anni di gestazione, dal 2007 al 2010. Al mio arrivo, nel 2006, trovai nella quattro parrocchie di Olbia 7 sacerdoti, (più i tre Padri della Consolata) per una popolazione effettiva di circa 70-80.000 abitanti. Già all'inizio del 2007 con i sacerdoti della città iniziammo una riflessione, su quali risposte dare a una realtà cresciuta vertiginosamente negli ultimi 50 anni, e con strutture ecclesiali ferme agli anni Settanta.
In uno dei primi incontri posi loro una prima domanda: "quanti fedeli frequentano le messa domenicale?" La risposta fu: "circa 4.000!"
Feci subito una seconda domanda. "E degli altri 65-70.000 chi si preoccupa?" Ecco la domanda che da subito mi assillò: l'enorme massa di popolazione che viveva ai margini della comunità ecclesiale, non perché non avesse interesse, ma perché i servizi religiosi erano del tutto insufficienti. Da qui l'esigenza di allargare i confini dell'azione e della presenza ecclesiale in città, soprattutto verso le nuove e popolose periferie, che diventò riflessione e interesse di tutto il presbiterio diocesano".
Da quel momento – ha spiegato il Vescovo - venne costituita un'apposita commissione di laici, sacerdoti e tecnici. Si fece uno studio "attento e meticoloso" in dialogo con l'amministrazione comunale che portò alla creazione di cinque nuove parrocchie:
"Prendeva così corpo concreto il Progetto Città di Olbia, che comprendeva: l'istituzione di 5 nuove parrocchie e, in prospettiva, di un centro di spiritualità e di un centro d'inclusione sociale e di aiuto alle povertà. Le prime sono state canonicamente istituite nel 2010 e questi ultimi due stanno da poco prendendo corpo con l'incipiente monastero di Porto Istana, guidato da Padre Massimo Maria Terrazzoni e la Cittadella della Carità, che sta sorgendo accanto a questo complesso parrocchiale.
Giusto per avere un'idea ancora più completa di ciò che in questi anni è già stato realizzato bastino questi semplici dati: quattro delle cinque nuove parrocchie sono già operative: S. Michele Arcangelo, San Ponziano, S. Ignazio dal Laconi e N.S. del Mare a Pittulongu. Manca quella di S. Nicola, per la quale con il Comune non abbiamo ancora definito il passaggio dell'area. Nel giro di qualche mese partiranno i lavori per il complesso parrocchiale di S. Ignazio ed entro l'anno definiremo il passaggio della Chiesa di Poltu Quadu e dei locali necessari annessi dalla proprietà del Comune a quella della Parrocchia. I sacerdoti attualmente presenti sono 15, più i padri della Consolata, ed entro l'anno, con l'arrivo dei Salesiano, saliranno a 18-19. Un bel salto di quantità e di qualità, direi!"
Sul complesso di S. Michele Arcangelo, mons. Sanguinetti ha detto che coniuga il "bello, la funzionalità liturgica e pastorale":
"Il progetto di questo complesso di S. Michele Arcangelo cominciò ad essere pensato e avviato nella sua progettazione qualche tempo prima, in stretta sinergia tra Vescovo, Ufficio diocesano per l'edilizia di culto e lo studio tecnico Archigroup degli architetti Enzo Satta e Fabrizio Vinditti. Percorso laborioso, travagliato, ma proficuo, come tutti possiamo vedere dai risultati, dovendo coniugare l'esigenza del bello, della funzionalità liturgica e pastorale, e dei fondi messi a nostra disposizione dalla CEI, con i fondi dell'Otto per Mille, nell'anno finanziario 2009, i cui parametri erano largamente superati dai prezzi di mercato. Con grossi sacrifici e autentici salti mortali, sotto il profilo economico, ma anche realizzativo per la complessità e la singolarità architettonica dell'opera, siamo riusciti a venirne a capo anche se qualcosa rimane da completare. E ciò anche grazie alla bravura e alla passione con cui ha lavorato l'Impresa Santoni.E' tutto concluso? No! Rimangono ancora rifiniture da completare sia in alcuni interni, sia negli spazi esterni. Sarà compito di don Theron e della comunità portare a completamento l'opera, con la stessa generosità ed entusiasmo che li ha caratterizzati finora. Sono felice di consegnare a don Theron la macchina funzionante, toccherà a lui e ai suoi collaboratori guidarla e rifinirla. Non gli manca l'energia e la volontà.
Un ultima doverosa informazione. Quest'opera, come le altre che devono sorgere, è stata realizzata grazie ai fondi dell'Otto per mille donati dagli Italiani alla Chiesa Cattolica. Per il 70% dei costi sinora sostenuti è intervenuta la CEI con gli stessi fondi; 650.000,00 € ha impiegato la Diocesi, sempre dagli stessi fondi a sua disposizione e altri 400.000,00 € li ha messi la Parrocchia, che ha contratto un mutuo bancario.
L'odierna celebrazione è una prima importante puntata, che rende possibile la fruizione della Chiesa e degli altri edifici annessi per fini pastorali. La seconda puntata sarà nel prossimo autunno, quando la Chiesa verrà consacrata e l'altare dedicato. Sarà, quella anche l'occasione per offrire nei dettagli un resoconto tecnico realizzativo dell'opera, che merita di essere conosciuto da tutti, per la qualità e lo spessore artistico e architettonico".
La solenne celebrazione eucaristica è stata animata dai seguenti cori: il coro parrocchiale San Michele Arcangelo, il coro Lorenzo Perosi, il coro Sos Astores di Golfo Aranci e il coro Su Nugoresu di Nuoro. Alla celebrazione della Messa è seguito un buffet per tutti i presenti organizzato da tutti i collaboratori parrocchiali, dai gruppi parrocchiali, dai cori, dai comitati delle feste.