OLBIA. Trenino verde si. Trenino verde no. Questo è il dilemma. "Un trenino verde troppo costoso rispetto ai benefici che produce". Un costo che la Sardegna non si può più permettere. Queste le argomentazione utilizzate in questi anni per determinare lo smantellamento, via via sempre più definitivo, di quello che appena 7/8 anni fa era stato promosso, dalla Regione Sardegna, ad attrattore turistico-culturale. L'elemento forte intorno al quale costruire una strategia di sviluppo turistico delle zone interne della Sardegna.
Tutto finito. Era uno scherzo.
Il trenino verde, oramai, è destinato al parcheggio. Perché per renderlo fruibile in piena sicurezza occorrerebbe un investimento eccessivo che "non ne vale la pena": visto che i territori interni che ne trarrebbero beneficio, il Sarcidano-Barbagia di Seulo, la Trexenta, l'Ogliastra, non sono funzionali alla Sardegna metropolitana che in troppi hanno in mente.
Siccome, rispetto a tutte le altre priorità sarde non residuano risorse, il trenino verde viaggerà, grazie alle battaglie infinite di noi Sindaci, ancora qualche mese, e poi andrà a morire in uno dei tanti parcheggi ARST.
Questo pare essere il destino. E io non ci sto.
Perché il trenino verde è stato in questi anni il simbolo di uno sviluppo possibile. E parcheggiarlo significherebbe arrendersi definitivamente e lasciare precipitare nel vuoto un pezzo di Sardegna.
Perché non fare un altro ragionamento. Rispetto agli oltre 400 km di linea turistica, perché non selezionare i tratti di maggiore pregio e lavorare alla ristrutturazione di quelli. Perché non proviamo a ragionare con investitori privati che hanno già mostrato interesse per la Sardegna? Per esempio la Qatar Foundation?
Perché non percorriamo la strada del progetto comunitario? Perché se la Regione non vuole più occuparsi di Trenino verde, non lo mette in vendita attraverso un bando che fra i criteri di offerta, preveda la presentazione di un progetto di valorizzazione turistica dello stesso?
Servono uno sforzo e uno slancio progettuali diversi, che siano figli di una visione alternativa di Sardegna. Che purtroppo non mi pare di intravedere, se la decisione rimane quella di chiudere il servizio turistico trenino verde.
Auspico un cambio di rotta. Ragioniamo a 360°. Sforziamoci tutti di trovare la migliore soluzione, anche dal punto di vista economico. Ma non chiudiamo il trenino verde!
Tutto finito. Era uno scherzo.
Il trenino verde, oramai, è destinato al parcheggio. Perché per renderlo fruibile in piena sicurezza occorrerebbe un investimento eccessivo che "non ne vale la pena": visto che i territori interni che ne trarrebbero beneficio, il Sarcidano-Barbagia di Seulo, la Trexenta, l'Ogliastra, non sono funzionali alla Sardegna metropolitana che in troppi hanno in mente.
Siccome, rispetto a tutte le altre priorità sarde non residuano risorse, il trenino verde viaggerà, grazie alle battaglie infinite di noi Sindaci, ancora qualche mese, e poi andrà a morire in uno dei tanti parcheggi ARST.
Questo pare essere il destino. E io non ci sto.
Perché il trenino verde è stato in questi anni il simbolo di uno sviluppo possibile. E parcheggiarlo significherebbe arrendersi definitivamente e lasciare precipitare nel vuoto un pezzo di Sardegna.
Perché non fare un altro ragionamento. Rispetto agli oltre 400 km di linea turistica, perché non selezionare i tratti di maggiore pregio e lavorare alla ristrutturazione di quelli. Perché non proviamo a ragionare con investitori privati che hanno già mostrato interesse per la Sardegna? Per esempio la Qatar Foundation?
Perché non percorriamo la strada del progetto comunitario? Perché se la Regione non vuole più occuparsi di Trenino verde, non lo mette in vendita attraverso un bando che fra i criteri di offerta, preveda la presentazione di un progetto di valorizzazione turistica dello stesso?
Servono uno sforzo e uno slancio progettuali diversi, che siano figli di una visione alternativa di Sardegna. Che purtroppo non mi pare di intravedere, se la decisione rimane quella di chiudere il servizio turistico trenino verde.
Auspico un cambio di rotta. Ragioniamo a 360°. Sforziamoci tutti di trovare la migliore soluzione, anche dal punto di vista economico. Ma non chiudiamo il trenino verde!
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