OLBIA. Hanno 24 e 21 anni e con la piccola bimba e un'altra in arrivo, da oggi cominceranno una nuova vita. La famiglia, vittima dell'alluvione del 2013, ha ricevuto questa mattina, in consegna dalla Caritas diocesana di Tempio Ampurias, le chiavi di un appartamento nuovo di zecca e arredato in via Damiano di Chiesa a Olbia. Lo stabile era stato confiscato dal tribunale di Roma ad una società immobiliare di Ernesto Diotallevi, nell'ambito dell'inchiesta mafia capitale. Inizialmente il tribunale aveva affidato al comune i sette appartamenti confiscati per poterli ristrutturare e mettere a disposizione delle famiglie alluvionate. Ma l'amministrazione comunale, per motivi di fondi, non era riuscita a ristrutturare le abitazioni che sono state così affidate alla Caritas che oggi ha consegnato il primo degli appartamenti. Alla cerimonia erano presenti il vescovo di Tempio Ampurias, monsignor. Sebastiano Sanguinetti e suor Luigia Leoni responsabile della Caritas.
Il taglio del nastro è stato accompagnato dai flash dei fotografi e dall'emozione dei giovani genitori che hanno fatto ingresso nella loro nuova casa. "Noi non abbiamo nessun merito -ha commentato il vescovo Sanguinetti- ci siamo solo messi a disposizione del Tribunale di Roma per trovare delle sistemazioni dignitose a queste famiglie vittime dell'alluvione. La nostra speranza è che questi ragazzi possano ritrovare qui la propria normalità, pensando al proprio futuro". L'appartamento è stato affidato ai due giovani per sei mesi, in attesa che possano trovare un'altra sistemazione, ma come ha spiegato il vescovo i sei mesi potranno essere rinnovati qualora persista il problema dell'alloggio. Sempre operativa e con in testa la politica del fare suor Luigia Leoni che ora già pensa alle altre famiglie da sistemare negli altri sei appartamenti, due dei quali vanno ancora ristrutturati. "Abbiamo una serie di famiglie in lista d'attesa con diverse caratteristiche d'urgenza e presto consegneremo anche le altre abitazioni".