TEMPIO PAUSANIA. Disastro colposo, omicidio colposo e lesione colposa: sono queste le accuse formulate dal sostituto procuratore della Repubblica di Tempio Pausania, Riccardo Rossi per sei persone che sono state iscritte nel registro degli indagati, in merito alla vicenda di Monte Pino. Rossi non ha divulgato i nomi per tutelare il segreto istruttorio: "Contavo di dare una risposta in tempi ragionevoli, a due mesi dal disastro del 18 novembre e l'opinione pubblica meritava questo. Però abbiamo deciso di applicare alla lettera l'art.114". Tra i sei indagati non ci sono comunque politici o amministratori locali, ma solo figure tecniche professionali. A seguito delle perizie dei tecnici e dei geologi, i magistrati hanno configurato i profili di responsabilità e dunque proceduto alla formalizzazione delle sei iscrizioni. Si è svolta questa mattina a Tempio Pausania la conferenza stampa; Rossi ha fatto il punto della situazione sulle tre inchieste oggetto di indagine.
La prima fa riferimento alla morte delle tre persone che sono state inghiottite nel tratto di strada franato sulla provinciale 38, a Monte Pino, ed è su questo episodio che si è arrivati ad indagare sei persone. La seconda inchiesta riguarda la vicenda della famiglia brasiliana, genitori e due figli, che sono annegati nel seminterrato della casa ad Arzachena in cui vivevano. Anche per questa indagine i magistrati sono in dirittura di arrivo; al momento non ci sono indagati, ma già nei prossimi giorni si potranno avere maggiori informazioni riguardo alle responsabilità dei tecnici che hanno operato sulle strutture del rio San Giovanni e sui proprietari dell'abitazione dove la famiglia brasiliana era in affitto. Il terzo filone di indagine è incentrato su Olbia e la furia devastante dell'acqua che ha causato la morte di altre sei persone, danni per centinaia di milioni di euro alle abitazioni private, edifici scolastici, rete viaria e ferroviaria. Anche qui gli inquirenti non si sbilanciano: non ci sono indagati e chiariscono che le valutazioni verranno fatte in ordine delle responsabilità. "Di certo - ha dichiarato Rossi - valuteremo le posizioni di chi non ha agito celermente nell'allerta meteo e nella fase successiva dell'emergenza e dei soccorsi".
Il pm ieri si è recato a Cagliari da Ettore Angioni, procuratore generale presso la Corte d'Appello per aggiornarlo sugli sviluppi delle indagini. Sempre ieri, Rossi ha acquisito negli uffici della Regione, i documenti relativi agli sviluppi urbanistici di Olbia negli ultimi dieci anni. "Il periodo temporale dello sviluppo della città, in assenza poi di un piano urbanistico, è molto ampio e questo ci complica la vita. Olbia non ha avuto uno sviluppo regolare e si è agito in maniera scoordinata. Questo può aver dato origine a costruzioni non particolarmente accurate", ha poi dichiarato Rossi. Procura abbottonata dunque anche se, secondo alcune voci interne al palazzo di giustizia, è solo la quiete prima della tempesta.