OLBIA. Vogliono sapere cosa è realmente accaduto all'anziana madre che, durante l'alluvione del 18 novembre scorso, ha perso la vita nella propria abitazione in via Lazio a Olbia. Antonella Casalloni, una delle due figlie della signora Anna Ragnedda, annegata nella sua casa invasa dall'acqua e dal fango che il ciclone Cleopatra ha portato con sé, non si dà pace e annuncia che insieme alla sorella inizierà lo sciopero della fame a partire da sabato 18 gennaio, data in cui saranno passati esattamente due mesi dal tragico evento che ha sconvolto la città. Le due donne vogliono sapere come sono andate le cose quella sera del 18 novembre; la madre di 83 anni si trovava nel suo letto, dove è stata ritrovata senza vita.
Il dubbio che attanaglia le figlie della signora Ragnedda è come sia stato possibile che nessuno, né la badante che avrebbe dovuto prendersi cura di lei, né i soccorritori giunti in via Lazio per aiutare le persone intrappolate dentro le case, si sia mosso e adoperato per sottrarre la donna ad una morte certa, visto che da sola non avrebbe potuto mettersi in salvo. Stando ai segni lasciati sul muro della casa dall'onda di fango e detriti, l'acqua è arrivata a superare di poco il metro e mezzo; se solo Anna Ragnedda fosse stata messa in piedi, secondo la figlia, si sarebbe salvata. Le due donne aspettano delle risposte da due mesi e ora sono disposte a compiere un gesto clamoroso di protesta e indignazione.