I commercianti di Loiri si lamentano:
"Penalizzati e l'economia ne risente"

Il ponte Loddone è chiuso dal giorno dell'alluvione
di Antonella Brianda


LOIRI. "Ho dovuto diminuire le ore lavorative dei miei dipendenti, sono stato costretto, ma se la situazione non dovesse migliore e il ponte non venisse ripristinato a breve termine dovrò licenziare". E' amareggiato Cristiano Mazzone, proprietario di uno degli esercizi commerciali di Loiri che, da quando in seguito all'alluvione del 18 novembre scorso il ponto sul rio Oddone è diventato inagibile, ha visto diminuire di più del 60 per cento il numero di clienti. Questa mattina anche lui, insieme agli altri commercianti del paese, sono scesi in piazza per protestare e chiedere che si prendano dei provvedimenti subito. "Perché è vero, esiste un'altra strada per raggiungere Loiri, ma se prima i chilometri da percorrere erano otto, adesso a causa della deviazione sono diventati diciotto", spiega Cristiano che, pur di prendere parte alla manifestazione si allontana dal suo bar con ancora indosso il grembiule da lavoro. 


A Loiri sono circa dodici le attività commerciali, tra bar, negozi di alimentari, il meccanico, la farmacia, che da oltre un mese si sono trovati a vivere questa situazione di disagio che è andata ad aggiungersi alla pesante crisi dei consumi. "Abbiamo aspettato prima di protestare  e lo abbiamo fatto per rispetto dei cittadini di Olbia che sono stati duramente colpiti dall'alluvione e per le vittime, ma adesso anche noi dobbiamo essere ascoltati. L'economia della zona si sta inaridendo sempre più e il nostro è un grido d'allarme che lanciamo alle autorità", dicono a gran voce i commercianti. 


Cristiano e gli altri ci spiegano che non si tratta solo di un problema legato al calo delle vendite, ma di un discorso più ampio; con la chiusura del ponte sul rio Oddone i chilometri per raggiungere Loiri diventano molti di più e "i fornitori delle merci impiegano più tempo e più benzina per raggiungerci. Il risultato è che molti hanno diminuito il numero delle volte in cui ci consegnano la merce, altri ci hanno detto che non è più conveniente servire il nostro paese perché i costi sono inevitabilmente aumentati". E' una catena e quello che apparentemente sembra un piccolo inconveniente si porta dietro una quantità impensabile di disagi.

 

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