OLBIA. Era nell'aria e in molti se l'aspettavano da un momento all'altro: la procura della Repubblica di Tempio Pausania che indaga sul disastro causato dall'alluvione del 18 novembre scorso in Gallura, ha disposto il sequestro di tutti i canali di Olbia che sono stati "tombati". A finire nella lente d'ingrandimento del pubblico ministero Riccardo Rossi il Rio Gadduresu che a metà del 2000 venne coperto da una strada senza che prima venisse abbattuto il ponte originario composto da tre arcate, rimasto sotto la copertura e individuato da una ricognizione dei Vigili del Fuoco pochi giorni fa. E' proprio sotto questo ponte che gli uomini dei Vigili del Fuoco hanno trovato e poi faticosamente estratto un macerie, detriti e addirittura una barca finita nel Rio "tombato" che avrebbe portato al formarsi di una sorta di tappo che avrebbe impedito il regolare deflusso delle acque.
La procura di Tempio è impegnata nella fase preliminare dell'inchiesta e allo stato attuale non ci sono iscritti nel registro degli indagati. Il provvedimento adottato quest'oggi dalla procura è ritenuto necessario dal pm Rossi per stabilire un eventuale nesso tra le opere realizzate e l'esondazione dei corsi d'acqua che ha causato nove morti in città, tra cui due bambini. Insieme al disastro colposo e al concorso in omicidio plurimo colposo, figura anche il dolo eventuale tra le ipotesi di reato configurate dal magistrato inquirente.