OLBIA. Una telefonata dei carabinieri: il gelo dall'altra parte della cornetta. R.A.G., l'agente di commercio milanese residente a Golfo Aranci arrestato per evasione dagli arresti domiciliari, minacce, atti persecutori e danneggiamento torna a casa. L'uomo era in carcere da circa un mese, nella struttura di Nuchis, per aver picchiato e sequestrato la compagna prima e poi qualche giorno dopo per aver minacciato, aggredito il fratello della ex, distruggendogli le vetrate della porta d'ingresso di casa. La famiglia e la vittima stessa sono preoccupatissimi e molto agitati per questa notizia temendo nuovamente per la propria incolumità. La chiamata, come da procedura, da parte dei carabinieri ha riacceso quell'incubo che circa un mese fa si era consumato.
La conferma non è, però, ancora arrivata, ma il giudice di Tempio, dovrebbe aver stabilito questa mattina, su richiesta del legale dell'uomo, gli arresti domiciliari. Quegli stessi domiciliari che non aveva rispettato, concessi all'indomani dell'episodio di violenza inaudita che lo aveva visto protagonista. Il 44enne, infatti, non aveva resistito e contravvenendo alle misure restrittive previste è uscito cercando di raggiungere la ex compagna a Golfo Aranci a poche centinaia di metri da casa sua aggredendo il fratello di lei e distruggendo la vetrata di casa. Il paese all'indomani degli episodi era sotto shock e in queste ore che si sta diffondendo la notizia, lo sconcerto sta prendendo piede in tutta la tranquilla cittadina costiera.
Le accuse a carico dell'uomo sono ben quattro: evasione dagli arresti domiciliari, minacce, atti persecutori, danneggiamento. Non sono ancora note le motivazioni della decisione del giudice e se il 44enne ritornerà a vivere, seppur ai domiciliari, nella sua casa di Golfo Aranci a pochi passi dall'abitazione della compagna e della famiglia di quest'ultima. Qualora venisse confermata la concessione dei domiciliari così come raccontato, verrebbe da chiedersi allora a cosa servano le norme appena varate sullo stalking e sulla violenza di genere. C'è ancora molto da fare. Nel frattempo si attendono le motivazioni del giudice.