GOLFO ARANCI. Cristian ha 25 anni, vive a Golfo Aranci con i suoi genitori, un fratello più grande e una sorella di poco più piccola e non è un ragazzo come tutti gli altri. Nel 2004, in una tranquilla serata di febbraio, mentre si trovava nella sala giochi del borgo dei pescatori in cui vive, Cristian si è accasciato a terra svenuto. Ad assistere il ragazzo è stato un giovane operatore del 118, Fabio Pagani che non ha esitato un attimo, riuscendo a far battere ancora il suo cuore. Da quella sera di dieci anni fa però, Cristian non è più il ragazzo di prima. Una miocardite acuta fulminante ha fatto mancare l'ossigeno al cervello e la sua vita ha preso una piega diversa. Ridotto a vivere su un letto, impossibilitato a muoversi e dopo aver subito danni al cervello, il giovane golfarancino trascorre le sue giornate circondato dall'affetto dei suoi amici e parenti, coccolato dalla mamma Maria Rita Lo Verso e da Fabio, il suo "angelo custode" che da allora non passa giorno in cui non si rechi da Cristian anche solo per un saluto. Per lui una cura non c'è, almeno questo è quello che gli innumerevoli medici che l'hanno visitato hanno potuto constatare. Ma la signora Maria Rita non si è arresa all'idea che il suo Cristian possa quantomeno migliorare. "Mio figlio, secondo la Asl, ha diritto alla fisioterapia solo due volte alla settimana, per sedute da quaranta minuti e solo per due mesi e mezzo. Poi le visite dal fisioterapista si interrompono per un altro mese di pausa. Adesso lui la sta facendo, ma dai primi di dicembre gli verrà sospesa e chissà se con l'anno nuovo, visti anche i tagli che stanno facendo alla sanità, gliela assegneranno di nuovo", ci dice la signora Lo Verso.
Di certo non è confortante, per persone che ogni giorno vivono il dramma di avere in casa e dover accudire un malato, sentire che all'interno della legge di stabilità sono previsti tagli per più di quattro miliardi in tre anni. E a poco servono le parole di rammarico del ministro Lorenzin, o le rassicurazioni che arrivano dai vertici del Governo; a persone come Maria Rita e suo marito servono i fatti e i fatti qui, a Golfo Aranci, non si vedono. "Non posso dire che il Comune non ci ha aiutato. Quando ho chiesto qualcosa - ci spiega Maria Rita - perché non riuscivamo ad affrontare alcune spese mediche, come alcuni viaggi per portare Cristian in centri specializzati, l'amministrazione ci è stata vicina, ma purtroppo non basta". Mentre noi parliamo con la signora, Cristian non smette un attimo di richiamare la sua attenzione, sorridendo o chiamandola a suo modo. "Noi le abbiamo provate tutte, ora ci manca solo la terapia con le cellule staminali. Quando abbiamo saputo che la sperimentazione era stata interrotta ci è preso lo sconforto, perché vogliamo far curare Cristian dal dottor Vannoni", ha proseguito la signora Lo Verso.
E' di pochi giorni fa, infatti, la notizia della decisione del Ministero della Salute di non autorizzare ulteriormente la sperimentazione del metodo Stamina, perché, ha sostenuto il ministro Beatrice Lorenzin, "è pericoloso per la salute dei pazienti ". Ma a Maria Rita non interessa quello che dicono dal Ministero, "loro non sanno cosa significa passare notti insonni, sentire le urla di tuo figlio, non sapere come fare per alleviare il suo dolore". E' per questo motivo che da pochi giorni, tramite internet, si è messa in contatto con il Comitato Sicilia Pro Stamina che, in collaborazione con il Movimento Pro Stamina sta portando avanti un progetto per i pazienti all'estero. Maria Rita ha iscritto suo figlio; ora attende di sapere se rientrerà nella lista delle persone che si sottoporranno alle cure con cellule staminale in una struttura ospedaliera privata a Capo Verde, anche se il costo per le somministrazioni ammonta a 18mila euro e la famiglia Trovati non può permetterselo. Nel frattempo, i genitori di Cristian sperano e pregano. "Il 4 ottobre scorso, giorno di san Francesco, abbiamo inviato una lettera al Papa. Chissà, magari chiama anche Cristian. Sarebbe un bel regalo per lui", ci dice Maria Rita visibilmente speranzosa.