OLBIA. Sembrerebbe proprio, stando a quanto ha dichiarato al "The New Zealand Herald", che il neo padrone dell'isola di Budelli sia un ecologista convinto. L'imprenditore neozelandese Michael Harte che ha acquistato l'isola per poco meno di tre milioni di euro, si è detto pronto a tutelarla, così come ha fatto finora l'ente di gestione del parco nazionale. "Il mio primo e più importante obiettivo è preservare l'ecologia, la flora e la fauna dell'isola così come quelle marine". L'imprenditore che da tempo cercava di comprare l'isola dalla precedente proprietà svizzera, ha dichiarato di voler andare a Budelli solo per gite di un giorno e per fare una semplice nuotata in mare. Ma l'inferno, si sa, è lastricato di buone intenzioni e in pochi, anzi pochissimi, sono convinti e tranquilli che niente e nessuno distruggerà questo piccolo pezzo di paradiso all'interno dell'arcipelago di La Maddalena. Così, il deputato sardo del Centro Democratico, Roberto Capelli, ha presentato un'interrogazione al ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, chiedendogli di far valere il diritto di prelazione previsto dal bando d'asta che consentirebbe allo Stato di riprendersi Budelli versando, entro i prossimi novanta giorni, la stessa cifra pagata dall'acquirente.
"La splendida e per molti aspetti inestimabile isola di Budelli non merita di essere svenduta così. Mi auguro che il ministro dell'Ambiente intervenga prima che sia troppo tardi. Una deroga al patto di stabilità si può fare, come del resto si è fatto in questi mesi da Roma Capitale a Palermo, da Venezia all'Expo'", ha concluso Capelli. E il deputato Capelli non è il solo a ritenere che l'isola debba divenire un bene inalienabile della Stato. Anche il presidente dell'ordine dei geologi della Sardegna, Davide Boneddu la pensa così e ha richiamato il ministero dell'Ambiente, oltre che la Regione, a fare la loro parte, "modificando, se necessario, i limiti imposti dalla legge di stabilità 2013 e attivandosi quanto prima per consegnare in via definitiva l'isola all'Ente Parco della Maddalena". "Non è pensabile che una risorsa naturale conosciuta in tutto il mondo sia nelle mani di un investitore neozelandese. Basterebbe una legge-provvedimento o un altro artifizio normativo per permettere speculazioni edilizie attorno alla caletta dalla sabbia rosa", ha affermato il consigliere regionale di Rifondazione Comunista, Giuseppe Stocchino.