OLBIA. Secondo una rilevazione della Confcommercio regionale, l'andamento del primo mese di saldi in Sardegna non è stato soddisfacente. Si è registrato un calo medio del 7 per cento rispetto allo scorso anno, leggermente superiore a quanto sta avvenendo a livello nazionale. Il 46,2 per cento degli imprenditori intervistati si è detto deluso, il 37,1 per cento poco soddisfatto e solo il 16,7 per cento ha dichiarato di essere soddisfatto. La spesa media per famiglia si attesta sui 220 euro mentre è di 95 euro per persona. A Olbia la situazione non è delle migliori. Il presidente della Confcommercio Gallura, Italo Fara, da tempo ha messo in evidenza il forte stato di crisi in cui versano le attività commerciali di Olbia. In tantissime zone della città, a partire dalla centralissima piazza Regina Margherita, il 50 per cento dei negozi ha le saracinesche abbassate. In corso Umberto, dal passaggio a livello fino a via Pala, c'è stata una vera e propria moria dei commercianti.
A soffrire di questa crisi che non ha visto uno spiraglio di luce neanche con i saldi estivi, non sono solo i piccoli negozianti. Anche grossi nomi come Benetton stanno risentendo dell'andamento dell'economia locale ed entro il 31 agosto, il punto vendita del marchio trevigiano, chiuderà i battenti e lascerà a casa gli otto dipendenti. Un altro colpo all'economia olbiese. Benetton ha deciso di chiudere ventiquattro punti vendita in tutta Italia e quello di Olbia rientra nell'elenco dei negozi non può convenienti per l'azienda. Sarà difficile per i sindacati che si stanno muovendo in aiuto dei dipendenti, riuscire a far cambiare idea ad un colosso del genere.
Il resto dei commercianti sperano in una ripresa anche con l'arrivo di più consistenti flussi turistici attesi per il mese di agosto. Le condizioni dalle quali si partiva con i saldi erano da un lato sfavorevoli, per la persistenza della crisi economica e dall'altro incoraggianti per le motivazioni agli acquisti, tenuto conto che la situazione climatica sfavorevole precedente al periodo dei saldi aveva scoraggiato gli acquisti primaverili, con la conseguenza che si sono posti in saldo anche quei prodotti che normalmente si vendevano da aprile a giugno.