OLBIA. Un piatto di spaghetti ai ricci gustato su di una terrazza, magari in riva al mare, è un lusso che d'estate in molti si concedono senza alcuna remora. Ci si fida del ristoratore che propone la specialità culinaria come piatto del giorno e si fa affidamento sul proprio palato. Ma, non sempre, le prelibate uova dell'animale marino sono fresche come il consumatore si aspetta. Capita infatti che venga rifilato agli ignari consumatori, come prodotto appena pescato, della polpa surgelata o peggio ancora scaduta da tempo.
La partita di polpa di riccio sequestrata dagli uomini del Reparto Operativo della Direzione Marittima di Olbia nei primi mesi estivi nella zona di Santa Teresa Gallura, sarebbe potuta finire sulle tavole dei ristoranti della costa sarda e nei piatti di ignari avventori e turisti. La Guardia Costiera nei mesi di giugno e luglio ha infatti svolto delle attività di controllo sulla filiera della pesca, finalizzate alla tutela delle specie ittiche protette, nel porto di Santa Teresa Gallura e nel tratto di mare compreso tra l'Arcipelago di La Maddalena e Punta Li Francesi.
Durante questi controlli accurati, in un negozio all'ingrosso locale, è stato ritrovato un quantitativo di prodotto ittico scaduto da ormai diversi mesi, ma ancora esposto per la vendita. La maggior parte di questo prodotto era polpa di riccio che è stata sequestrata dalla Guardia Costiera. Il titolare dell'attività commerciale è stato sanzionato con un verbale amministrativo.