ROMA. Due donne di origine sarda le avrebbero prosciugato il conto di circa due milioni di euro, venduto appartamenti e palazzine a Roma, riscosso affitti in nome dell'anziana datrice di lavoro e creato un fondo trust, per intestarsi in modo fittizio diversi locali. Ma, soprattutto, avrebbero tradito la fiducia di una ricca signora romana di 90 anni che aveva aperto loro le porte di casa offrendo un lavoro. E' la terrificante storia di Francesca Alati nata a Roma nel 1915 e del raggiro subito, messo in atto dalla sua badante, P.M., 64 anni, italianissima, originaria di Buddusò, di sua figlia L.E., 41 anni, di Olbia e di P.G, 43 anni di Roma, figlio di una precedente dipendente dell'anziana signora. I tre accolti come familiari in casa della Alati, avrebbero approfittato dello stato di salute dell'anziana, rimasta sola e senza eredi, per raggirarla e sfruttare quel patrimonio. Madre e figlia con la complicità di P.G., 43 anni, siedono ora sul banco degli imputati davanti al giudice del Tribunale di Roma, Andrea Trani, dovendo rispondere del delitto di circonvenzione di incapaci. I tre, avrebbero continuato a prosciugare i conti della Alati se non fosse stato per la denuncia della signora C.M, una vicina di casa che, resasi conto del raggiro, aveva, insieme con l'avvocato Stefano Gagliardi, presentato un esposto che ha portato all'avvio del procedimento. I fatti raccontati fanno riferimento al periodo intercorrente tra il 2005 e il 2009. Il procedimento penale è iniziato nel 2010.
"Aiutami, aiutami, ho paura, mi stanno vendendo tutto a mia insaputa". Un momento di lucidità e Francesca Alati, la signora di 90 anni, nel 2006 ha confessato a C.M, amica di famiglia da più di cinquant'anni, la sua condizione di terrore per quello che le stava accadendo. C.M. ha approfittato dell'assenza dell'onnipresente badante per entrare in casa dell'anziana signora con tanto di medico psichiatra e avvocato. Da lì l'amara scoperta. L'Alati soffriva di problemi di demenza senile e viveva in una condizione di forte indigenza, in contrasto con il benessere di cui avrebbe dovuto godere.
In seguito a quell'incontro, l'amica della signora Alati ha chiesto all'avvocato di famiglia, Stefano Gagliardi, una verifica ipotecaria. Dall'accertamento è emerso che il cospicuo patrimonio dell'anziana era stato in gran parte dismesso. La lista dei beni è lunga, tra questi una palazzina in via Aurelio Saffi a Roma venduta per tre milioni di euro e anche altri appartamenti nella zona della metro Cavour. Con l'aggiunta di un fondo fiduciario che comprendeva altri cinque locali, tutti riconducibili ai tre imputati. Il giudice dell'udienza preliminare già dal 2010 aveva predisposto il sequestro preventivo dei beni, compreso il fondo fiduciario trust. Il processo è tutt'ora in corso.