Incontro con il volontariato di Olbia
Moderni eroi della solidarietà

di Davide Mosca


OLBIA. Le associazioni di volontariato a Olbia sono fondamentali per il territorio. Senza di esse anche le istituzioni sarebbero messe in difficoltà dal grave momento di crisi economica che sta colpendo tutta la Gallura. Nonostante ciò l'attenzione che viene data alle associazioni è insufficiente. Abbiamo incontrato il fondatore di Libere Energie, Ginetto Mattana che ci ha segnalato alcuni dei problemi che ogni giorno lui si trova ad affrontare: "Ci sono molte cose che la politica e le istituzioni dovrebbero fare, qui la povertà aumenta, ma nell'immediato servirebbero dei centri di accoglienza diurna. Qui a Olbia mancano e sono fondamentali per cercare di reinserire socialmente persone che hanno perso la loro dignità e la loro voglia di vivere". Mattana ha quindi evidenziato la mancanza di docce pubbliche anche queste essenziali per l'igiene delle persone che si trovano a dover affrontare quel tipo di vita. Durante la settimana, la polizia locale ha fatto numerosi sgomberi di ruderi in città dove dormivano i senzatetto. Ha poi così commentato: " L'incolumità delle persone è la prima cosa, ma io avevo chiesto alle istituzioni di dare una risposta sul dove questi senzatetto sarebbero andati a dormire e non ho avuto ancora nessuna risposta".  Chi volesse aiutare l'associazione di Mattana può scrivere alla mail: infoale2010@libero.it o anche comprare degli alimenti e metterli nella apposita cesta del supermercato Romagnolo in viale Aldo Moro. 

Anche per Tonino Cau dell'associazione Labint, laboratorio interculturale per l'integrazione, c'è poco da festeggiare con i fondi messi in campo, anche se ritiene che si debba agire pacificamente per  continuare un dialogo costruttivo e sensibilizzare tutti gli olbiesi ai problemi reali della città: " a mio avviso bisognerebbe dare maggiore rilievo ai progetti nell'ambito dell'integrazione. Noi non siamo una ruota di scorta da chiamare quando serve. Vogliamo una maggiore attenzione anche se capisco che manchino i fondi. Basterebbe, però poco per fare meglio". L'associazione Labint, attiva da 17 anni, si occupa della scuola di alfabetizzazione per gli immigrati che ogni anno vede centinaia di persone di diverse nazionalità apprendere la nostra lingua. Cau sottolinea come la vera emergenza della città sia il lavoro e tiene a precisare che tutte le attività svolte hanno come sede le scuole pubbliche: "Questo elemento è molto importante in quanto i nostri allievi imparano in un luogo riconosciuto e individuato per quel tipo di apprendimento. Tutto ciò anche per insegnare il rispetto della istituzioni". Alla Labint mancano alcune attrezzature informatiche, in quanto i volontari si occupano anche di insegnare agli immigrati l'utilizzo del computer, competenza che un giorno potranno poi rispendersi all'esterno. Per qualsiasi informazione o donazione potete contattare il numero di telefono 0789205061.

Anche Alberto Secchi, responsabile del dormitorio della Caritas ha voluto lanciare l'allarme sull'emergenza occupazionale: "Rispetto all'estate scorsa abbiamo avuto un incremento delle persone che vengono a dormire nella nostra struttura e in maniera significativa abbiamo avuto un aumento della presenza di donne. Qui arriva anche gente dalla Sicilia e dalla Lombardia. Persone che arrivano qui, magari in cerca di lavoro e non sanno dove andare. Il vero problema è che non si mette al centro la persona".I problemi descritti dai volontari sono tanti e dietro a ogni parola, ad ogni racconto e storia, c'è una persona vera, in carne e ossa che ogni giorno è costretta a far fronte alle difficoltà della vita. Forse,  prima di discutere di qualsiasi altra cosa, sarebbe bene risolvere quei problemi.  

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