Barbi (Cgil), conguaglio Irpef marzo solo anticipo di effetti recessivi manovra

"E' vero che il governo sta facendo una serie di misure contro l'evasione fiscale, ma senza dare a queste un'evidenza politica come sistema di riequilibrio dei conti".

Politiche
AdnKronos
Roma, 6 mar. (Labitalia) - Il conguaglio 2011 dell'aumento delle addizionali Irpef che alleggerirà la busta paga dei lavoratori a marzo "è solo un anticipo degli effetti recessivi prodotti dalla manovra Monti che non è certo equa, come noi abbiamo sempre detto". Con queste parole Danilo Barbi, segretario confederale della Cgil parla con LABITALIA di quella che già è stata definita 'la stangata di marzo'. "Certo tutto è accaduto nel segno dell'emergenza -dice Barbi a proposito dell'azione del governo Monti- ma questo è la dimostrazione che la recessione è già in atto e che tutte queste misure avranno effetto nel produrre depressione nei consumi, soprattutto se pensiamo che l'80% del pil del Paese è fatto dalla domanda interna".Non solo. Per Barbi, che è responsabile nella segreteria Cgil delle politiche macroeconomiche di bilancio dello Stato e delle politiche dei prezzi e delle tariffe, è anche preoccupante che "negli ultimi 8 anni nel Paese sia molto peggiorata la bilancia commerciale ossia che l'Italia stia importando molto di più anche perché tante cose necessarie allo sviluppo economico qui non si producono più".Il recupero delle risorse da destinare allo sviluppo rimane il vero nodo, dice Barbi. "E' vero che il governo sta facendo una serie di misure contro l'evasione fiscale -premette- ma senza dare a queste un'evidenza politica come sistema di riequilibrio dei conti e questo perché l'Europa chiedeva di andare in un'altra direzione, quella della riforma delle pensioni". Bene anche "aver portato al 20%, cioè quasi alla media europea, il prelievo sui guadagni finanziari che fino ad agosto era del 12,5%". Ma per Barbi servono interventi strutturali e la lotta all'evasione "doveva essere inquadrata in un vero e proprio piano organico". Così come, conclude il segretario confederale della Cgil "anche una patrimoniale farebbe parte della lotta all'evasione fiscale, perché, tenendo conto che nessun Paese al mondo ha un rapporto così sbilanciato come l'Italia tra patrimonio e reddito, a favore del primo, questo significa che molte risorse dell'evasione fiscale sono andate a costituire i patrimoni".

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