Milano, 20 apr. (Adnkronos) - Le indagini della procura di Milano si concentrano sugli allarmi che sarebbero scattati dal braccialetto elettronico indossato, a partire dal 2 dicembre scorso, dall'imprenditore russo Artem Uss. Da quanto si apprende da ambienti giudiziari, questo elemento non risulta né alla corte d'appello, né alla procura generale guidata da Francesca Nanni che proprio su questo elemento avrebbe potuto ricorrere contro i domiciliari essendo una violazione delle prescrizioni. Questo elemento ha rilevanza anche per la stessa procura titolare del fascicolo sulla fuga: da un lato chi indaga continua a ribadire che esistono alcune decine di allarmi scattati su quel braccialetto elettronico, ma che si è escluso - con l'intervento di un consulente - che si sia trattato di tentativi di fuga. Diverse, le parole scelte da Fastweb, che in una nota ufficiale del 18 aprile scorso sottolinea come alla società che fornisce i dispositivi "non risulta alcun malfunzionamento né del braccialetto elettronico assegnato a Uss, né di altri dispositivi in uso. Gli allarmi emessi dal braccialetto indicherebbero, al contrario, la piena funzionalità del dispositivo nel segnalare alle forze dell’ordine l’allontanamento del braccialetto dal domicilio o possibili tentativi di manomissione". Una divergenza non da poco che lascia irrisolti altri quesiti: di fronte ai numerosi allarmi, di cui la procura dà conto, i carabinieri hanno fatto una relazione su quegli allarmi che - malfunzionamento o tentativi di fuga - non potevano passare inosservati? La società, che è certa del corretto funzionamento del dispositivo elettronico, ha fornito con tempestività le informazioni su qualunque presunta anomalia compiuta da Uss sul braccialetto elettronico? In teoria, qualunque possibile ritardo o assenza di informazioni sugli allarmi potrebbe configurare un'ipotesi di favoreggiamento su cui la procura di Milano sta facendo accertamenti.