Milano, 17 apr. (Adnkronos) - Gli Stati Uniti avrebbero chiesto fin da subito, nelle fasi successive all'arresto, il sequestro dei dispositivi elettronici e di altri beni di Artem Uss, il ricco imprenditore russo su cui pende un mandato di arresto per le accuse di associazione per delinquere, riciclaggio e frode. E' quanto si apprende da fonti vicine al fascicolo che sottolineano come, già negli atti dei verbali d'arresto, viene indicato il sequestro sulla base di un punto dell'accordo riguardante i trattati bilaterali di estradizione tra Stati Uniti e Paesi dell'Unione europea. Il 17 ottobre scorso Uss è stato fermato a Malpensa, dove era in procinto di partire per Istanbul, e portato in carcere a Busto Arsizio, già in questa prima fase sarebbe potuto scattare il sequestro dei cellulari, telefoni che non rivedrà fino a quando resta dietro le sbarre, ossia il 2 dicembre quando con il braccialetto elettronico può scontare i domiciliari nella sua residenza a Basiglio, da dove evade il 22 marzo all'indomani del sì della corte d'appello di Milano all'estradizione negli Stati Uniti. In sostanza Uss resta in possesso dei telefoni, reclamati dagli Usa, fino al 13 marzo quando la procura di Milano esegue la rogatoria americana (datata dicembre, ci sono verifiche in corso) che, visti i fatti nel complesso, sembra una sorta di 'sollecito' ad agire. Eppure la rogatoria arriva sul tavolo del procuratore di Milano Marcello Viola solo il 17 febbraio e viene eseguita in tempo adeguati, a dire della stessa procura.