Roma, 9 mar. (Adnkronos) - "Per contribuire a cambiare una comunità bisogna conoscerla e rispettarla. Ecco, di questo rispetto per la comunità del Pd ne vedo troppo poco nella intervista a Mattia Santori oggi su Repubblica, in cui definisce il nostro partito 'un marchio tossico' e rivendica la scelta di non iscriversi, dando giudizi pesantissimi". Così il capodelegazione del Pd a Bruxelles, Brando Benifei. "L’appello alla base buona contro la dirigenza cattiva è un artifizio retorico: anche Mattia sa benissimo che nel Pd ci sono centinaia di dirigenti, che guidano comuni, gruppi consiliari, federazioni, governando istituzioni e strutture partitiche quasi sempre con pochissime risorse, investendo il proprio tempo e i propri soldi per portare avanti le idee in cui credono"."Torniamo a discutere insieme su lavoro, diritti, sviluppo sostenibile, democrazia e faremo un passo avanti. Ma se l’impostazione è, cito, 'lasciamo che i morti seppelliscano i loro morti', conclusione emersa da una assemblea di 170 persone, ci mettiamo poco a radunarne molte di più per dire che il Pd non è una bad company da chiudere, ma un progetto da rilanciare e trasformare per la nuova fase politica. Per stare dalla parte delle persone e occuparci concretamente dei loro problemi, il resto conta il giusto. Coraggio".