Roma, 12 dic. (Adnkronos) - Venezia è una delle città più iconiche al mondo. Adagiata su 118 piccole isole, è da sempre facile preda di ogni variazione del livello del mare, ma oggi si trova ad affrontare la furia di alluvioni sempre più minacciose e frequenti, dovute ai cambiamenti climatici e al riscaldamento globale. L'acqua alta del novembre 2019 ha letteralmente messo in ginocchio la città mentre dal 1850 al 1950 ci sono state ogni decennio appena da 2 a 8 acque alte al di sopra dei 110 centimetri. Dal 1950 in poi c’è stata invece un’escalation paurosa e nel decennio 2000-2009 abbiamo avuto circa 50 acque alte, salite addirittura dal 2010 al 2019 a più di 90.Ma cosa sta succedendo? E’ un fenomeno locale o Venezia sta affrontando per prima gli effetti di una crisi ambientale che sta colpendo tutto il pianeta? Riusciremo a salvare questa città garantendo così anche un futuro all’intera umanità? National Geographic è andato alla ricerca delle risposte a queste e altre domande con la nuova produzione originale "Venezia: il futuro del pianeta" le racconterà nel documentario in onda su National Geographic (Sky,403) lunedì 14 dicembre alle 20,55, prodotto da DocLab per National Geographic, con la regia di Marco Visalberghi. Attraverso le testimonianze di esperti, l’accesso esclusivo al cuore pulsante del Mose e le immagini della sua prima messa in funzione lo scorso ottobre, questo documentario propone un excursus tra le minacce che incombono sulla città e le speranze per il suo futuro. "Il rapporto che da sempre lega Venezia alla sua laguna è un ecosistema delicato messo a rischio dalla mano dell’uomo. La città -ricordano da Ng- poggia su un substrato di detriti fluviali non ancora consolidato che provoca lo sprofondamento progressivo del terreno. Un fenomeno chiamato subsidenza, che nel corso dei secoli ha continuato a inghiottire, insediamenti, villaggi e intere isole. Inoltre, l’intervento dell’uomo che ha cercato di adattare la laguna alle sue esigenze per riuscire a navigarne i bassi fondali, ha accelerato ulteriormente lo sprofondamento della città".