Cossiga: Guzzanti, avrebbe avversato il nuovo ma lo avrebbe capito

politica
AdnKronos
Roma, 25 lug. (AdnKronos) - Francesco Cossiga "fu unico nel percepire ciò che stava per arrivare, che la Prima Repubblica stava per finire. Ma, nemo propheta in patria, fu linciato per questo. Oggi, di fronte ai nuovi fenomeni della politica, probabilmente li avrebbe fieramente avversati, sicuramente però li avrebbe capito prima e meglio degli altri, perchè ci manca un uomo dalla percezione analitica e maniacale come quella di Francesco Cossiga". Paolo Guzzanti, giornalista ed ex senatore di Forza Italia, affida all'Adnkronos questa testimonianza sul compianto Capo dello Stato che domani avrebbe compiuto 90 anni."Gli volevo molto bene -afferma ancora Guzzanti- e gli sono grato perchè mi ha insegnato il liberalismo. Era un liberale cattolico e ricordo che una mattina mi tenne al telefono dalle 5 alle 7 per spiegarmi il liberalismo cattolico"."E' anche vero che è morto nei misteri, perchè la questione Moro e la questione Falcone sono secondo me due verità di cui Cossiga era depositario, ma d'altra parte era un fanatico della Ragion di Stato. Per questo -sottolinea ancora Guzzanti- con lui ebbi anche dei forti contrasti: ad esempio, lui spese anni a confessare i brigatisti in prigione, perchè riteneva che fossero bravi ragazzi che avevano sbagliato; mentre io, da presidente della commissione Mitrokhin, in una missione a Budapest, raccolsi le prove che un gruppo di brigatisti aveva agito sotto la direzione della Stasi tedesca e del Kgb".

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