Roma, 10 feb. (AdnKronos Salute) - "Il concetto di dipendenza, per come lo conosciamo oggi e vogliamo divulgarlo alle scuole superiori, è un problema di abuso di comportamenti patologici, che non si limitano alle sostanze, ma riguardano anche gli atteggiamenti, in cui l’individuo perde il controllo degli impulsi fondamentali. Tutti quei comportamenti o sostanze che producono una gratificazione e che usiamo in maniera smodata, che siano droghe o comportamenti patologici, come lo shopping compulsivo o la dipendenza da videogame, producono nel nostro cervello gli stessi effetti dannosi". Francesco Fornai, docente di Anatomia dell’Università di Pisa e responsabile dell’unità di neurobiologia e dei disturbi del movimento del Neuromed, commenta così la sfida agli abusi, tema al centro del convegno 'NeuromedAgainstDrugAbuse' organizzato dall’Irrcs Neuromed di Pozzilli e dalla Casa di Cura Villa Serena, al teatro Manzoni di Cassino davanti a una platea di 700 studenti."E' interessante notare - spiega- che attualmente siamo sempre più di fronte a comportamenti patologici che hanno una base non chimica, in cui non c’è alterazione dovuta ad assunzione da sostanze: l’individuo diventa dipendente da un videogioco, o dallo shopping compulsivo, tutte cose che potevano avvenire anche prima, ma che la nostra classificazione escludeva dal campo delle dipendenze. Adesso sappiamo che il meccanismo neurobiologico, il substrato della struttura cerebrale che porta a un eccesso di rischio, ha le stesse basi strutturali dell’abuso da sostanze, e che se viene colpita e stimolata in maniera così reiterata nel corso del tempo cambia di fatto la struttura dell’individuo stesso. Direi - conclude - che sono questi secondi aspetti quelli che presentano una novità: sia perché si sono più diffusi sia perché noi, come scienziati medici, abbiamo più consapevolezza della loro interrelazioni con l’abuso di sostanze. Le dipendenze vanno a influenzare tutta una patologia che ricade nel dominio della neurologia, e portano alterazioni dell’individuo, della sua vita e del suo funzionamento biomedico strutturale".