Palermo, 10 feb. (AdnKronos) - Claudio Martelli, l'ex ministro della Giustizia socialista, ha reso, nel processo sulla trattativa "dichiarazioni a rate". E' l'accusa dell'ex Presidente del Senato, Nicola Mancino, che sta rendendo dichiarazioni spontanee al processo in corso all'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, all'ex collega di Governo. "L'onorevole Martelli, interrogato dai pm - dice Mancino ai giudici della Corte d'assise di Palermo - dichiara che il 4 luglio del 1992, in occasione della visita di cortesia che io gli resi negli uffici di via Arenula, mi avrebbe parlato del comportamento dei Ros da lui 'ritenuto non ortodosso perché avviavano le loro iniziative parallele a quelle ortodosse'. Sempre con riferimento all'incontro del 1992 Martelli riferisce ai pm di Palermo di essere stato da me sollecitato a interessarsi lui della conversione del decreto legge del giugno 1992 in quanto io, novizio, avrei incontrato difficoltà nel seguirne l'iter". "E mi avrebbe anche fatto sapere che i Ros avevano intenzione di incontrarsi con Ciancimino junior, secondo quanto riferitogli dalla dottoressa Liliana Ferraro", continua Mancino.Che, in aula, risponde "piunto per punto", come dice lo stesso, a Martelli. "Quel giorno della mia visita di cortesia, Martelli non mi parlò dei comportamenti del Ros - dice Mancino - perché parlarne a me, se lui ministro della Giustizia, poteva rivolgersi direttamente al Comandante generale dei Carabinieri o al Procuratore competente per territorio?". E ribadisce con forza che "a me, di Vito Ciancimino interlocutore del Ros nessuno, dico nessuno, mi ha mai parlato. Se dichiaro 'nessuno' includo ovviamente anche l'onorevole Martelli".