Domani a Golfo Aranci per conoscere da vicino lo Squalo elefante

OLBIA. Gli avvistamenti nelle acque del nord Sardegna non sono poi così rari. Lo Squalo elefante è un gigante del mare, può raggiungere i dodici metri di lunghezza, ma è assolutamente innocuo per l'uomo, perché si nutre prevalentemente di plancton. La sopravvivenza di questo pesce, considerato il secondo più grande presente nel mediterraneo dopo lo Squalo balena, è appesa ad un filo sottilissimo. Dell'importanza della tutela dello squalo elefante e di tutte le peculiarità di questo mastodontico e tranquillo pesce cartilagineo si parlerà domani , venerdì 3 febbrario, a Golfo Aranci nel corso di un incontro promosso dall'Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo, da Worldrise Onlus e da Insula Felix. Nel corso dell'appuntamento, previsto alle 17 nella "sala consiliare" del Comune di Golfo Aranci, si potrà scoprire il progetto di creazione di una rete di avvistamento per la segnalazione dello Squalo elefante (Cetorhinus maximus). Un'iniziativa che L'Amp di Tavolara ha avviato nell'ambito del progetto europeo Elife (Elasmobranchs Low-Impact Fishing Experience LIFE18 NAT/IT/000846) per la conservazione di squali e razze. Nel corso del pomeriggio interverranno gli addetti ai lavori e ricercatori di Worldrise, Onlus  attiva per la tutela e valorizzazione dell'ambiente marino, e l'associazione culturale INSULA FELIX, per condurre il pubblico in un'immersione alla scoperta dello Squalo elefante, delle sue particolarità e dell'importanza della sua tutela.

È infatti tempo di forti mareggiate, che favoriscono nelle acque costiere la presenza di banchi di piccoli crostacei e pesci, che attirano gli squali elefante, innocui per l'uomo. Nonostante il suo aspetto da "squalo", questo pesce di grandi dimensioni appartiene alla famiglia dei filtratori del mare e, così come le più conosciute Balenottere, quando nelle acque costiere c'è abbondanza di cibo (zooplancton in particolare), si avvicina per nutrirsi. Tutto questo avviene con grande imprevedibilità e le occasioni di avvistamento si riducono drasticamente a causa del cattivo tempo che imperversa in Sardegna durante il periodo invernale-primaverile, impedendo di effettuare uscite a mare per il monitoraggio, un elemento fondamentale per la tutela della specie.

Per questa ragione, l'Area Marina Protetta di Tavolara-Punta Coda Cavallo ha promosso la creazione della rete di avvistamento e segnalazione dello Squalo elefante nelle acque sarde: un progetto ambizioso, a cui hanno già aderito gli enti istituzionali, le forze dell'ordine e molte persone che a diverso titolo vivono il mare, ma che con il contributo di tutti potrà fare la differenza nel tutelare il mare e i suoi abitanti. Gli incontri territoriali, come quello di venerdì 3 febbraio, sono una sorta di "avviso ai naviganti", per imparare a conoscere e, di conseguenza, tutelare i grandi abitanti del Pianeta Blu.

credit foto: Progetto ELife


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