OLBIA. È in corso da stamane una vasta operazione della Guardia di Finanza di Olbia per il controllo di alcuni esercizi commerciali gestiti da cinesi in tutta la Gallura. Nel mirino degli uomini delle fiamme gialle, diretti dal comandante Marco Salvagno, i prodotti non conformi alle normative europee e dunque potenzialmente dannosi per la salute. Ci sarebbero poi diverse anomalie nell'etichettatura della merce e dunque nella falsificazione delle certificazioni degli standard di qualità. Per l'operazione sono impiegati un'ottantina di uomini con il supporto del mezzo aereo, un elicottero delle fiamme gialle. Gli esercizi commerciali sono situati in tutta la Gallura in particolare zona industriale e via Mameli.
L'attività, scaturita da un approfondito monitoraggio del Gruppo di Olbia nei confronti delle attività commerciali insistenti in Gallura, ha consentito di ricostruire una imponente frode commerciale nel settore dell'abbigliamento.
In particolare, dalle analisi di laboratorio, effettuate da personale del Laboratorio BuzziLab di Prato sui capi posti in vendita nella Sardegna nord-orientale, è emerso che quest'ultimi, anziché essere composti da filati pregiati, erano confezionati, prevalentemente, con acrilico e polyammide.
I Finanzieri, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Tempio Pausania, Dott. Domenico Fiordalisi, sono quindi risaliti, esaminando la contabilità, ai fornitori del commerciante dei capi oggetto di sequestro, individuando venti imprenditori, tutti di nazionalità cinese a parte uno, nelle cui attività commerciali, sottoposte a perquisizione, sono stati rinvenuti decine di migliaia di capi d'abbigliamento con indicazioni merceologiche false sia in merito alla provenienza che alla composizione dei singoli prodotti ed articoli di abbigliamento sportivo recanti i marchi contraffatti di due aziende leader del settore.
Sotto tale profilo, lo sviluppo degli elementi acquisiti nel corso delle indagini ha permesso di individuare gli importatori dei prodotti illeciti, con sede a Cagliari e Roma, consentendo di ricostruire l'intera filiera del falso. L'epilogo dell'operazione, convenzionalmente denominata "Teseo", in queste ore, con oltre 80 militari impiegati, supportati da un elicottero del Corpo, nelle perquisizioni di circa 20 aziende operanti nel settore dell'import-export di capi d'abbigliamento e nel contestuale sequestro di migliaia di capi d'abbigliamento pronti per essere immessi in commercio.
I capi d'abbigliamento, grazie ai provvedimenti che emetterà l'Autorità Giudiziaria, attesa la non pericolosità dei prodotti ma la sola non conformità a quanto previsto dalle etichette con cui viene posta in vendita, non saranno distrutti ma destinati a enti caritatevoli per le esigenze di numerose famiglie indigenti.
L'attività, scaturita da un approfondito monitoraggio del Gruppo di Olbia nei confronti delle attività commerciali insistenti in Gallura, ha consentito di ricostruire una imponente frode commerciale nel settore dell'abbigliamento.
In particolare, dalle analisi di laboratorio, effettuate da personale del Laboratorio BuzziLab di Prato sui capi posti in vendita nella Sardegna nord-orientale, è emerso che quest'ultimi, anziché essere composti da filati pregiati, erano confezionati, prevalentemente, con acrilico e polyammide.
I Finanzieri, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Tempio Pausania, Dott. Domenico Fiordalisi, sono quindi risaliti, esaminando la contabilità, ai fornitori del commerciante dei capi oggetto di sequestro, individuando venti imprenditori, tutti di nazionalità cinese a parte uno, nelle cui attività commerciali, sottoposte a perquisizione, sono stati rinvenuti decine di migliaia di capi d'abbigliamento con indicazioni merceologiche false sia in merito alla provenienza che alla composizione dei singoli prodotti ed articoli di abbigliamento sportivo recanti i marchi contraffatti di due aziende leader del settore.
Sotto tale profilo, lo sviluppo degli elementi acquisiti nel corso delle indagini ha permesso di individuare gli importatori dei prodotti illeciti, con sede a Cagliari e Roma, consentendo di ricostruire l'intera filiera del falso. L'epilogo dell'operazione, convenzionalmente denominata "Teseo", in queste ore, con oltre 80 militari impiegati, supportati da un elicottero del Corpo, nelle perquisizioni di circa 20 aziende operanti nel settore dell'import-export di capi d'abbigliamento e nel contestuale sequestro di migliaia di capi d'abbigliamento pronti per essere immessi in commercio.
I capi d'abbigliamento, grazie ai provvedimenti che emetterà l'Autorità Giudiziaria, attesa la non pericolosità dei prodotti ma la sola non conformità a quanto previsto dalle etichette con cui viene posta in vendita, non saranno distrutti ma destinati a enti caritatevoli per le esigenze di numerose famiglie indigenti.
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