OLBIA. In queste ore i carabinieri del comando provinciale di Sassari insieme agli uomini del NOE, nucleo operativo ecologico, sono impegnati nelle verifiche e nelle valutazioni per valutare il rischio di inquinamento nelle aree prospicenti al Rio San Giovanni. Il fiume ha esondato il 18 novembre in seguito alle catastrofiche piogge che hanno colpito la Gallura e la Sardegna. La furia delle acque aveva travolto un impianto di bitume portando con sé fusti e oli combustibili. Dai primi prelievi, effettuati dai carabinieri, non ci sarebbero tracce di inquinamento o sversamento in mare di oli esausti. I campioni sono stati prelevati a varie profondità oltre che in mare anche sul terreno e in alcune zone del Rio San Giovanni: in questo caso, sono state riscontrate alcune sostanze nocive e inquinanti. Acquisiti tutti i rilievi e terminate le indagini scientifiche, i carabinieri procederanno a stabilire un piano con un'analisi del rischio e in seguito si procederà all'individuazione della migliore soluzione per la bonifica delle aree. Le zone sotto la lente d'ingrandimento del NOE, sono state interdette dal sindaco di Olbia, con un'ordinanza, alle attività di pascolo, pesca e raccolta delle acque.