La Regione pensa alle famiglie povere
Ipotesi stanziamento 5 milioni di euro

OLBIA. Con un fondo sociale di rotazione nella forma del microcredito, che dovrebbe essere inserito nella prossima finanziaria con una dotazione di cinquemilioni di euro, la Giunta regionale vuole sostenere le famiglie in difficoltà per aiutarle ad affrontare bisogni primari, come l'affitto della casa, le cure mediche e il pagamento delle utenze. Il nuovo strumento nel contrasto della povertà e per l'inclusione sociale è previsto in un protocollo d'intesa della durata di due anni,firmato ieri e presentato oggi da Regione, Conferenza episcopale sarda, Caritas regionale e Sfirs, che dal 2010 gestisce la misura comunitaria del Fondo microcredito FSE. Le parti si impegnano anche a diffondere nel territorio le opportunità di accesso al microcredito, a disposizione di persone "non bancabili" e altrimenti tagliate fuori dalla possibilità di ottenere prestiti. Il nuovo fondo che potrà aiutare, con prestiti a tasso zero da restituire con modalità da definire, almeno un migliaio di famiglie, sarà finanziato con risorse regionali. Regione, Sfirs, Caritas e Ces, attraverso gruppi di lavoro, definiranno prossimamente il regolamento che renderà operativo il fondo, subito dopo l'approvazione della manovra finanziaria in Consiglio regionale, che il presidente della Giunta, Ugo Cappellacci, auspica possa avvenire entro l'anno. 

Attraverso i propri cento centri d'ascolto in tutta la Sardegna e le attività antiusura, la Caritas affiancherà la Sfirs nell'attività di promozione e diffusione delle opportunità offerte sia dai bandi regionali sul microcredito alle imprese, sia dall'istituendo fondo di rotazione per le famiglie. Sono circa 300mila i sardi, secondo quanto ricordato, che vivono sotto la soglia di povertà e numerosissime le ditte individuali che si sono rivolte ai centri di prevenzione dell'usura della Caritas, spesso quando l'indebitamento aveva raggiunto livelli difficilmente gestibili. Si stima che buona parte delle famiglie in difficoltà nell'isola - perché in questi ultimi quattro-cinque anni a causa della crisi è venuto a mancare il lavoro e, quindi, una fonte di reddito - abbiano bisogno di un sostegno annuale fra i cinque e i seimila euro, che a volte servono per pagare i debiti accumulati per garantire la sopravvivenza

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