Inchiesta su morte agente di Budoni
Otto richieste di rinvio a giudizio

di Antonella Brianda


OLBIA. Sono otto le persone per cui la Procura della Repubblica del Tribunale di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo per la morte nell'ottobre del 2011 dell'agente di polizia penitenziaria di Budoni, Salvatore Corrias. L'uomo il 20 ottobre, mentre si trovava in servizio nella struttura ospedaliera protetta "Sandro Pertini" di Roma, è rimasto schiacciato da un'anta del cancello d'ingresso scorrevole. Tra gli indagati per omicidio colposo figura anche il nome di Carmelo Cantone, direttore della casa Circondariale Rebibbia e dunque datore di lavoro di Corrias. Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio perché si ritiene che si sia omesso di valutare il rischio derivante dall'utilizzo manuale del cancello carrabile da parte dei lavoratori, ai quali veniva fornita la chiave di sblocco per effettuare l'operazione, malgrado le numerose segnalazioni per i difetti di funzionamento e di manutenzione del cancello e la mancanza della certificazione CE. 


Salvatore Corrias, infatti, quel giorno di metà ottobre si trovava in servizio nella struttura ospedaliera ed essendosi reso conto che un'ambulanza con a bordo un detenuto non poteva uscire passando attraverso il cancello perché questo non si apriva, ha manualmente sbloccate l'anta scorrevole che, non avendo più freni, è uscita fuori dai binari ed è andata a finire sopra l'agente sardo. La morte di Corrias, 45enne originario di Budoni, da tempo residente a Roma con la moglie e i due figli, è stata da subito definita un incidente sul lavoro. 


Ma la procura della Repubblica romana ha voluto vederci chiaro e capire come mai gli agenti penitenziari dovessero aprire e chiudere manualmente un cancello che avrebbe dovuto essere meccanico e garantire la sicurezza. E perché il direttore della struttura carceraria, la società appaltatrice dei lavori per la costruzione e l'installazione del cancello e i responsabili della struttura ospedaliera, tutti iscritti nel registro degli indagati, abbiamo ignorato le segnalazioni che più volte sono state fatte riguardo il malfunzionamento del cancello.  

 

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