La violenza di genere rappresenta in Italia e nel mondo, una vera e propria piaga sociale. La Gallura, purtroppo, non è immune al problema e i dati relativi al 2012 sono a dir poco allarmanti. Dal gennaio al dicembre dello scorso anno, 176 donne provenienti dalla provincia di Olbia Tempio, si sono rivolte al Centro anti violenza di Olbia. Di queste, 130 sono state accolte dal Centro di Prospettiva Donna e 32 sono state ospitate nella casa rifugio della città. Il 16 per cento di loro era nubile, il 29 per cento conviveva, le separate erano il 9 per cento mentre il 42 per cento erano sposate. Principalmente le vittime delle violenze sono state donne in età compresa tra i 31 e i 40 anni. Senza contare i 139 bambini vittime di violenza assistita e in alcuni casi anche di violenza diretta.
Le forme di maltrattamenti, riscontrate in Gallura, sono risultate particolarmente gravi: nel 68 per cento dei casi la donna ha avuto la sensazione che la sua vita fosse in pericolo. Nel valutare questo dato, si deve considerare che, in ambito nazionale, lo stesso indicatore si attesta su livelli molto più contenuti, pari a circa un quinto delle vittime. Un aspetto preoccupante è quello delle nuove forme di violenza come il "grooming". Si tratta di un fenomeno che riguarda l'adescamento e gli abusi di minori sulla rete. Anche in Gallura questo tipo di violenza sta prendendo piede tra i giovanissimi. "Soltanto cambiando la cultura fortemente maschilista si può combattere e sconfiggere la violenza. L'associazione Prospettiva Donna ha l'intento di sensibilizzare tutti, soprattutto i giovani", conclude Patrizia Desole.