OLBIA. L'estrema povertà, la solitudine, la lontananza da casa, una vita di sofferenze e delusioni delle volte portano gli uomini a cercare di sparire, di nascondersi agli occhi degli altri, di diventare invisibili. E' così per Alessandro, un uomo di origine rumena che, nelle settimane scorse, ha rischiato di rimanere avvolto dalle fiamme nella palazzina degli ex ferrovieri in via Vittorio Emanuele. Lo abbiamo conosciuto all'indomani dell'incendio.
Se ne sta seduto su una panchina, alla fermata dell'autobus, di via Vittorio Veneto, berretto in testa, un piede fratturato e le stampelle. Centinaia di macchine, centinaia di persone gli passano davanti e lui è lì, immobile a scrutare con gli occhi ogni cosa che succede, come se nella notte non fosse accaduto nulla. Rompere quel silenzio, entrare in quel mondo così delicato non è stato facile. Ci sediamo accanto a lui e cominciamo a parlare del tempo, del sole, ci presentiamo, ci stringiamo la mano e la sua sorpresa nell'esser visto, nell'esser scoperto lo ha sicuramente turbato. Alessandro non è probabilmente il suo vero nome, ma l'uomo ci racconta di esser arrivato dalla Romania circa nove anni fa e di vagabondare a Olbia da diversi anni. Non è possibile saper altro della sua vita passata se non che è rimasto da solo, senza una famiglia e senza amici. Quando gli chiediamo dell'incendio di ieri, si scalda e si arrabbia, ma alla fine ci racconta: "Non è la prima volta che succede, io dormo ogni notte lì ed è facile che possa succedere quello che è capitato viste le condizioni, lì ci sono anche altre persone". Ieri sera con lui c'erano altri due uomini, ma generalmente ci dormono al massimo dieci persone. Alla domanda se ritornerà questa notte nell'edificio abbandonato l'uomo risponde: "Non ho altre alternative, io non ho paura, quella è diventata la mia casa". I suoi occhi brillano, ma allo stesso tempo sono infastiditi da quell'intrusione. E' tempo di salutarsi e di uscire da quel mondo in punta di piedi come siamo entrati, un saluto e via. Ripassando in macchina proprio lì davanti, la panchina ora è vuota, Alessandro è andato via, proprio come ieri sera, quando è stato visto subito dopo l'incendio allontanarsi e sparire nel buio della notte.
Da quella notte, da quell'incontro, non abbiamo più avuto notizie di Alessandro. Nel frattempo la Polizia Locale ha tentato tramite l'impresa proprietaria dello stabile, al fine di preservare l'incolumità dei senzatetto stessi, di chiudere le entrate della palazzina murandole. Per ben due volte però loro, gli invisibili hanno fatto ritorno aprendosi un varco attraverso i mattoni. Quella è la loro casa, non hanno altro posto, e in fondo chiedono solo di sopravvivere.