Articolo 18, 2002-2012 dieci anni di lotta sindacale

Uno scenario di tensione e di mancato accordo sociale che culminò, a soli quattro giorni dall'uccisione del giuslavorista Marco Biagi, il 23 marzo del 2002, con la manifestazione della Cgil. L'ex leader della Cisl Savino Pezzotta ne parla con LABITALIA..

Sindacato
AdnKronos
Roma, 16 mar. (Labitalia) - Dieci anni di lotta contro le modifiche all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Nel 2002, come oggi, al centro del dibattito sulla riforma del mercato del lavoro. Allora, un fronte sindacale compatto contro il governo Berlusconi che intendeva introdurre una maggiore flessibilità nel mercato del lavoro. Uno scenario di tensione e di mancato accordo sociale che culminò, a soli quattro giorni dall'uccisione del giuslavorista Marco Biagi, il 23 marzo del 2002, con la manifestazione della Cgil. Con gli slogan 'Per l'articolo 18' e 'Contro il terrorismo' scesero in piazza al Circo Massimo di Roma oltre un milione di persone: iscritti alla Cgil, lavoratori provenienti da tutto il paese, ma anche studenti, cittadini, esponenti e militanti della sinistra (Ds, Rifondazione, Verdi), rappresentanti della Margherita, l'associazionismo, 'girotondisti' e no global.Nel corso della manifestazione venne ribadita l'opposizione della Cgil a qualsiasi modifica dell'articolo 18 e dei diritti dei lavoratori da parte del governo. E l'allora segretario generale della Cgil, Sergio Cofferati, lo disse chiaramente: per il confronto col governo "occorre una condizione di partenza: può iniziare solo se vengono stralciate le norme che cancellano i diritti legati all'articolo 18". "Il nostro obiettivo - spiegò Cofferati - è un accordo che sia positivo per le persone che rappresentiamo. Con questo spirito ci presentiamo ai tavoli". Ma se ai tavoli non ci sono le condizioni per l'accordo, avvertì, allora il sindacato non ha paura di "rispondere con la lotta" né ha paura di "ricorrere allo sciopero generale". E, infatti, le bandiere di Corso Italia ripresero a sventolare con quelle di Cisl e Uil nel corso dello sciopero generale del 16 aprile, sempre del 2002. Migliaia di lavoratori incrociarono le braccia contro le deleghe sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e l'arbitrato, contro la proposta della decontribuzione previdenziale, per l'occupazione e lo sviluppo del Mezzogiorno, a sostegno delle proposte di Cgil, Cisl, Uil sui temi del fisco, della scuola e delle politiche sociali e sanitarie.

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