Roma, 16 mar. (Labitalia) - "Sull'articolo 18 abbiamo sempre mantenuto una posizione molto ferma, in quanto non lo ritenevamo, nè noi nè la Cgil, l'elemento risolutore delle questioni del lavoro". Così Savino Pezzotta, segretario nazionale Cisl nel 2002, parla con LABITALIA dello scontro governo-sindacati sull'articolo 18 iniziato appunto dieci anni fa. "Era la prima volta - racconta - che ci confrontavamo con il governo Berlusconi e non avevamo capito quale era il fenomeno del bipolarismo che si era impostato in Italia e quali effetti poteva avere sull'autonomia sindacale". "Per questo - ricorda Pezzotta - c'era una visione differente rispetto al ruolo dell'autonomia sindacale che aveva reso tesi i rapporti fra la Cisl e la Cgil di Cofferati. Infatti - sottolinea - quando facemmo l'accordo con il governo senza la Cgil e proponemmo una sperimentazione per le aziende in nero che emergevano, per una sospensione temporanea dell'articolo 18, quella cosa non venne mai attuata nemmeno dal governo perchè tutti si resero conto che serviva a poco".Parlando poi del clima esistente tra ministero del Lavoro e sindacato, l'ex leader della Cisl aggiunge: "Ho in mente un 'ideal-tipo' di ministro che conduce le trattative sindacali: si chiama Carlo Donat-Cattin". "Non ho più visto un livello di quel genere - rimarca - perchè era capace di condurre trattative tenendo conto delle esigenze dell'impresa, ma sempre sapendo chi tra i due contraenti era il più debole. Credo che sia stato un ministro del Lavoro (dal 1969 al 1972, ndr) esemplare da questo punto di vista". Facendo poi un parallelismo tra la Confindustria di allora con quella di oggi, Pezzotta osserva che "stiamo parlando di due modi diversi di fare: l'allora direttore generale Stefano Parisi era una persona abilissima e sapeva come fare la contrattazione". "Penso - precisa - che Confindustria abbia sempre espresso dei buoni contrattualisti. Basti pensare a come era bravo, anche se mi faceva arrabbiare, Mortillaro e compagni. Confindustria ha la specialità di difendere degli interessi precisi e lo fa secondo i tempi e i modi, cercando di influenzare soprattutto il sindacato che certamente gli riesce di più che influenzare un governo di centrodestra o di centrosinistra. Lo faceva allora come lo fa adesso".