Superare gli Ogm transgenici e discutere delle biotecnologie

Sostenibilita
AdnKronos
Roma, 15 mar. - (Adnkronos) - "E' difficile pensare che gli Ogm, pensati e sviluppati per un modello di produzione intensivo e monoculturale (dipendente da fertilizzanti e diserbanti chimici), possano essere una risposta sostenibile alle sfide del futuro". E' questa la posizione sugli Ogm del Barilla center for food and nutrition in seguito alle dichiarazioni del ministro dell'Ambiente, Corrado Clini che ha aperto ai 'molti benefici' che puo' produrre l'igegneria genetica. Per il futuro, invece, per il Bcfn, "si profila la necessita' di individuare specifiche varieta' adatte ai singoli contesti geografici: l'innovazione va orientata verso le biotecnologie non transgeniche, meno note: le conoscenze scientifiche della moderna genetica potranno accelerare l'ottenimento di nuove varieta' di sementi, in grado di dare risposte adeguate alle esigenze del mondo agroalimentare". Una posizione spiegata nel recente paper Bcfn dedicato al futuro delle biotecnologie dal titolo 'Oltre gli Ogm. Le biotecnologie in ambito alimentare'. Per il Bcfn, dunque, bisogna "superare gli Ogm transgenici e discutere del ruolo delle nuove biotecnologie, in particolar modo nei diversi contesti locali, per rispondere alle sfide del settore agroalimentare: accesso al cibo a un miliardo di persone che soffre la fame, incremento della produttivita' agricola, accesso alle risorse idriche per il miliardo di persone che sopravvive con meno di 20 litri al giorno di acqua potabile". Oggi le biotecnologie rappresentano un fenomeno in forte crescita, e che anche se poco conosciuto rappresenta ormai una parte integrante del panorama agricolo attuale. Nel 2010, spiega il Bcfn, "le colture biotech hanno occupato parte considerevole (10%) degli 1,5 miliardi di ettari che costituiscono la superficie agricola globale e il trend per i prossimi anni e' in continua crescita". Secondo l'Isaaa (International Service for the Acquisition of Agri-Biotech Applications) l'aumento stimato di circa 87 volte della superficie devoluta alle colture biotech tra il 1996 ed il 2010 rende queste applicazioni tecnologiche tra quelle adottate piu' velocemente nella storia della moderna agricoltura". La crescita e' stata tanto significativa quanto rapida: "ci sono infatti voluti 10 anni per raggiungere il traguardo dei primi 500 milioni di ettari nel 2005 e solo la meta' del tempo (5 anni) per piantare i secondi 500 milioni di ettari. Il 2010 in particolare e' stato un anno di forte espansione, che ha fatto registrare una crescita a due cifre (10%) equivalente a 14 milioni di ettari (il secondo piu' elevato incremento in 15 anni) portando cosi' la superficie globale coltivata a biotech a 148 milioni di ettari".

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