La Polonia dice no alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica

Sostenibilita
AdnKronos
Bruxelles, 8 mar. - (Adnkronos) - Una riunione sull'orlo della crisi quella che si terrà domani a Bruxelles tra i ministri dell'Ambiente europei che dovranno confrontarsi contro il "no" polacco a qualsiasi menzione ad una road mad di riduzione delle emissioni di carbonio del 95% entro il 2050. La Commissione europea, nel marzo dello scorso anno, aveva presentato una tabella di marcia nel marzo 2011 che prevedeva la drastica riduzione le emissioni di gas a effetto serra del 25% già a partire dal 2020 e di fissare gli obiettivi per il 2030 (40%), 2040 (60%) e 2050 (80-95%). La Polonia aveva appoggiato l'obiettivo finale del 2050 in un vertice UE nel 2009 ma si era mostrata riluttante ad accettare le misure intermedie contenute nella tabella di marcia della Commissione. Oltre il 90% della produzione di energia elettrica polacca deriva da centrali alimentate a carbone ed è questo il motivo per cui Varsavia ha manifestato la sua opposizione ad una roadmap che ponesse dei vincoli di riduzione ancorati a rigidi appuntamenti temporali. Secondo una fonte del governo polacco, citata dal sito informativo europeo EurActiv, la Polonia opporrebbe il veto all'esame di due documenti che verranno presentati domani alla riunione dei ministri dell'Ambiente. Un documento riguarda la tabella di marcia del processo di riduzione delle emissioni e l'altro rappresenta un follow-up del documento conclusivo scaturito dalla conferenza di Durban dello scorso dicembre. Un'altra fonte a Bruxelles ha detto che Varsavia ha delle riserve sul documento della roadmap in merito alla lunghezza dell'intervallo di tempo, dal 2020 al 2050 e sugli strumenti di calcolo per la cattura e lo stoccaggio dell'anidride carbonica. Incertezze che secondo il Governo di Varsavia, potrebbero indurre alcune aziende nazionali a trasferire le proprie attività al di fuori dei confini europei. Nel tentativo di evitare il veto polacco, la presidenza danese dalla Ue aveva già evitato di citare nel documento che verrà esaminato domani, la tappa relativa alle riduzioni di emissioni del 25% entro il 2020, ma non sembra che questo escamotage sia sufficiente a smussare la presa di posizione di Varsavia. Condividono la posizione polacca anche alcuni paesi del centro e dell'est Europa che sottolineano la necessità di spostare gli obiettivi di riduzione al 2030, ritenendo che in una situazione di economia depressa come quella che si sta attraversando, potrebbe non essere sopportabile il costo derivante da una troppo stringente tabella di marcia per la riduzione delle emisisioni di Co2. La riunione dei ministri dell'Ambiente di domani vedrà quindi da una parte la Germania e la Gran Bretagna che spingono per fissare i limiti già nel 2020 e dell'altra la forte opposizione della Polonia seguita da Romania e Repubblica Ceca.

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