Bce: crescita Eurozona maschera ampie differenze fra settori e paesi

economia
AdnKronos
Roma, 28 set. - (Adnkronos) - L'Eurozona 'tiene' nel suo complesso, anche se modestamente, ma - come testimoniano i dati del secondo trimestre del 2023 - "l’economia dell’area dell’euro è cresciuta dello 0,1 per cento, evidenziando ampie differenze tra paesi". Lo segnala la Bce nel suo Bollettino Economico osservando come "i contributi positivi offerti dall’accumulo delle scorte e, in misura minore, dalla domanda interna sono stati in parte controbilanciati dall’apporto negativo dell’interscambio netto". La modesta crescita del 2° trimestre - continua l'Eurotower - "riflette dinamiche eterogenee nei vari settori: nei servizi ha segnato un’espansione, diminuendo invece nei comparti manifatturiero e delle costruzioni. Ha inoltre celato notevoli divergenze tra i maggiori paesi dell’area dell’euro, riflettendo la diversa misura in cui questi hanno risentito del rallentamento del commercio mondiale di beni e della ripresa del settore dei servizi a elevata intensità di contatti. Rispetto al trimestre precedente il PIL è aumentato dello 0,5 per cento in Francia e dello 0,4 in Spagna, permanendo invariato in Germania e diminuendo dello 0,4 per cento in Italia e dello 0,3 nei Paesi Bassi".Nel terzo trimestre del 2023 - conferma la Bce - "l’attività dovrebbe confermarsi debole. I dati più recenti segnalano una crescita economica modesta nel terzo trimestre del 2023, determinata non solo dalla perdurante debolezza dell’attività manifatturiera, ma anche da un rallentamento dei servizi, che avevano precedentemente mostrato una buona tenuta". Oltre il breve termine ci si attende una ripresa dell’attività nell’area dell’euro, sostenuta da un aumento dei redditi reali. L’espansione del PIL dovrebbe rafforzarsi, sostenuta dall’attenuazione delle pressioni inflazionistiche e dalla tenuta della crescita dei redditi da lavoro, che consentirebbero una ripresa del reddito disponibile reale e dei consumi privati. Tuttavia, l’impatto di questi fattori positivi dovrebbe essere controbilanciato dagli effetti dei tassi di interesse più elevati e delle condizioni più restrittive di offerta del credito che si trasmetteranno in maniera crescente all’economia reale.

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