Roma, 23 giu. (Adnkronos) - ‘’Questo è da subito diventato il processo ai ‘fratelli Bianchi’, al loro modo di essere, con tanta attenzione posta al loro aspetto, alle foto a torso nudo. Ma in aula quello che conta è la verità processuale. In primo grado invece si pretendeva una pena esemplare e una condanna diversa dall’ergastolo avrebbe suscitato polemiche’’. Lo ha detto nella sua arringa l’avvocato Ippolita Naso, difensore di Gabriele Bianchi, nel processo di Appello in corso a Roma per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne ucciso durante un pestaggio avvenuto a Colleferro la sera del 6 settembre 2020. In primo grado Gabriele e Marco Bianchi sono stati condannati all’ergastolo, Francesco Belleggia è stato condannato a 23 anni e Mario Pincarelli a 21 anni. Per il difensore, ‘’il reato è incluso nell’omicidio preterintenzionale, non nel dolo nella forma eventuale, come motivato dalla nuova giurisdizione’’. Inoltre, ha proseguito, ‘’la sentenza di primo grado attribuisce il primo calcio a Gabriele Bianchi e parla di un colpo potenzialmente letale vietato anche dalle arti marziali – ha aggiunto il difensore con l’imputato accanto – E’ stato detto che i colpi al petto sono vietati nelle arti marziali e che per questo Gabriele Bianchi avrebbe accettato il rischio di uccidere. Ma c’è un errore – ha sottolineato Ippolita Naso - ammesso e non concesso che sia stato lui a dare primo calcio: non è vero che le arti marziali vietano colpi al petto che invece rientrano tra colpi consentiti e basilari delle arti marziali. Così come i calci nella Mma. Nel dibattimento in primo grado invece si è preferito dare credito a un sedicente esperto di arti marziali. Ma questi – ha concluso il difensore - sono i danni prodotti da un’attenzione parossistica su questa vicenda’’. La sentenza di Appello è prevista alla prossima udienza, il 12 luglio.